Lunedì, 23 Dicembre 2024

Fiom Padova - Coronavirus: aggiornamento della situazione del comparto metalmeccanico padovano

 

Nella giornata odierna, il dato registrato di richieste di cassa integrazione è arrivato a 16.105 dipendenti della media e grande industria metalmeccanica per un totale di circa 400 aziende e circa 2.000 dipendenti del comparto artigiano metalmeccanico padovano.

La cassa integrazione è l’unica risposta possibile in questo momento di fronte alla necessità di arginare il contagio, ma dopo occorrerà affrontare il problema economico dei lavoratori e fare in modo di dare loro il giusto salario, ricominciare a produrre e a ottimizzare il sistema industriale per coprire le necessità interne del Paese visto che presto anche nel resto dell’Europa le produzioni potrebbero progressivamente rallentare o fermarsi a causa del Covid19.

Intanto anche la MIB Italiana di Casalserugo che produce componenti per l’industria petrolchimica, ha presentato richiesta di deroga al prefetto per continuare a lavorare.

Proseguono gli scioperi alla Maschio Gaspardo, alla Abb, alla Lincoln, alla Komatsu.

Stamattina alla Carel è stato definito l’accordo fra le parti per la sospensione delle attività a partire da domani.

La Columbia di Monselice apre la cassa integrazione limitando la lavorazione alle solo commesse in esecuzione per filiera alimentare.

Ricordiamo che la Abb di Monselice, multinazionale svizzera, in acquisizione da parte della Hitachi, che produce trasformatori e componentistica elettrica industriale insiste nel proseguire la produzione. L’azienda rientra nei codici Ateco concessi fino a ieri, anche se non riteniamo che producano beni essenziali. Anche oggi ha aderito allo sciopero il 100% degli operai, mentre gli impiegati sono in smartworking da settimane. L’azienda insiste per rimanere in attività ritenendo il fermo produttivo non necessario per la salvaguardia dei lavoratori e temendo che questo possa portare solo ad una perdita di ordini e clientela.

Anche oggi in diverse aziende metalmeccaniche si sono aggiunti contagi: il bollettino arriva a 27 il numero di lavoratori contagiati portati alla nostra conoscenza (senza contare quelli “presunti” a cui è stato praticato il tampone e stanno aspettando responso). Alla De Angeli ci sono 3 casi accertati e nonostante questo dato l’azienda vuole riprendere le attività a partire da lunedì 30 marzo; alla Zf si è registrato il primo nuovo caso manifestato nella zona di Vo dopo la quarantena del paese; 1 alla Minigears; 3 alla Carel; 1 alla Maschio Gaspardo; 1 alla OCS; 1 alla Lincoln; 9 alla Arneg; 1 alla Antonio Carraro; 3 alla Elbi; 1 alla Malvestio; 1 alla Ine; 1 alla Blowtherm.

Nonostante non sia accertato il luogo del contagio sono stati comunque sottoposti a controlli anche i colleghi dei lavoratori a cui è stato riscontrato il Coronavirus.

“Negli ospedali, come denuncia la Funzione Pubblica Cgil di Padova, non ci sono le protezioni necessarie per i lavoratori della sanità; come è possibile che tutte le aziende che si dichiarano “essenziali” o che chiedono deroga possano disporre di questi presidi che dovrebbero essere messi principalmente a disposizione di chi lavora in prima linea per salvare vite umane?” questa è la domanda che pone il segretario generale della Fiom Cgil di Padova Loris Scarpa, che continua “In queste ore, dopo le dure battaglie di questi giorni, stiamo aspettando con ansia di conoscere il nuovo elenco delle attività essenziali e le nuove disposizioni governative per le attività produttive.”

 

Padova, 25/03/2020

 

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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