Ieri 26 dicembre 2018 è morto l’operaio Marian Bratu, era ricoverato nel reparto grandi ustioni dell’ospedale di Padova dal 13 maggio 2018, giorno del tragico incidente nello stabilimento di Riviera Francia delle Acciaierie Venete.
Dichiarazione di Aldo Marturano, Segretario generale Cgil Padova, e Loris Scarpa, Segretario generale Fiom Cgil Padova:
"Dopo 7 mesi di sofferenze indicibili è venuto a mancare Marian Bratu, vittima del terribile incidente alle Acciaierie Venete, condivendo lo stesso destino del suo compagno di lavoro Sergiu Todita, morto lo scorso giugno. Ci stringiamo alla Famiglia Bratu e assicuriamo loro tutto il sostegno di cui siamo capaci e il nostro impegno affinché venga fatta giustizia. Con questo secondo decesso, la tragedia della Acciaierie Venete assume - se possibile - contorni ancora più drammatici. Stiamo parlando di uno degli incidenti sul lavoro più gravi della storia recente del sistema produttivo padovano. Salgono così a 5 i morti sul lavoro del 2018, a livello Veneto abbiamo superato abbondantemente le 60 vittime, contendendo un tristissimo primato nazionale alla Lombardia. Da quell'evento nacque la manifestazione unitaria che si tenne proprio qui a Padova in Piazza Garibaldi e che contribuì in maniera decisiva alla sottoscrizione del protocollo regionale sulla sicurezza sul lavoro. Ad oggi non è stato ancora applicato, a partire dall'assunzione di 30 nuovi ispettori dello Spisal, in una Regione in cui un'azienda riceve un controllo ogni 20 anni. L'inerzia della Regione è ingiustificabile, a fronte del bollettino quotidiano che misura ogni giorno l'insicurezza dei luoghi di lavoro. La Cgil non si fermerà, né nel pretendere giustizia sulla vicenda della Acciaierie, con la chiara individuazione delle responsabilità, né nell'esigere l'applicazione dell'accordo firmato in Regione. Non ci fermeremo finché non sarà estirpato il cancro degli incidenti mortali sul lavoro dal nostro sistema economico. Lo faremo in memoria di Sergiu e Marian e di tutti i loro compagni che hanno perso la vita avendo come unica colpa quella di dover lavorare per poter vivere".
Padova, 27 dicembre 2018