Due pullman di tute blu trentine alla manifestazione di Milano per rimettere al centro dell’agenda del governo l’industria e il lavoro
E’ stata molto ampia oggi la partecipazione delle tute blu trentine allo sciopero nazionale unitario dei metalmeccanici. I lavoratori hanno incrociato le braccia per otto ore. Alla protesta indetta da Fiom, Fim e Uil hanno aderito molti lavoratori nelle fabbriche della provincia.
Due i pullman che sono andati a Milano per partecipare ad una delle tre manifestazioni organizzate questa mattina. Era presente anche una delegazione degli operai della Bonfiglioli di Rovereto, impegnati da mesi insieme alla Fiom, in una dura vertenza per il riconoscimento di un contratto integrativo aziendale che migliori le condizioni retributive e di lavoro.
In base ai primi dati raccolti, oggi per l’adesione allo sciopero la produzione è rimasta bloccata in Mahle, all’Acciaieria di Borgo e in Fly; nella produzione si è registrata un’adesione del 90% in Sapes e Meccanica del Sarca, dell’80% in Sandvik e in Siemens, del 70% alla Sata e alla Dana di Rovereto, 50% alla Dana di Arco, Mariani, Twt, Coster2.
Al centro della protesta la richiesta di rimettere al centro delle politiche del governo gli investimenti, l’industria e il lavoro, per evitare una nuova crisi economica che produca licenziamenti e stagnazione, di cui il Paese non ha assolutamente bisogno. Le prospettive – lavoratori e sindacati ne sono consapevoli – non sono
delle migliori: i dati segnano un rallentamento della crescita e della produzione industriale. Da qui la richiesta forte di intervenire, mettendo in campo una svolta decisa nella politica industriale del Paese con investimenti, opere pubbliche, ammodernamento delle infrastrutture, rafforzando le tutele dei lavoratori che operano negli appalti. I metalmeccanici non si lasciano abbindolare dalle promesse dell’Esecutivo
che si tradurranno solo in enormi sconti fiscali ai milionari. No quindi alla flat tax e sì, invece, a combattere con decisione l’evasione fiscale: se proprio si vogliono tagliare le tasse, si cominci a tagliarle a chi le ha sempre pagate, cioè i lavoratori.
A preoccupare sindacati e lavoratori anche i dati allarmanti sugli incidenti e sui morti sul lavoro, il diffondersi di contratti di lavoro farlocchi, la sempre maggiore difficoltà a far crescere i salari e dunque a redistribuire la ricchezza nel Paese.
Per questi motivi anche i metalmeccanici delle tre sigle confederali, così come nelle scorse settimane hanno fatto altre categorie del mondo del lavoro e dei pensionati, oggi hanno manifestato in piazza per far sentire la propria voce al Governo gialloverde e alle controparti datoriali.
Trento, 14 giugno 2019