Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil, dichiara: «Per anni in modo ossessivo ci hanno spiegato che il 2018 avrebbe portato la piena occupazione negli stabilimenti italiani di Fca: l'ha fatto l'azienda, ma l'hanno fatto soprattutto i cosiddetti "sindacati del (sempre) sì". Fino a poche settimane fa mai un dubbio, un'incertezza. Eppure sarebbe stato sufficiente plaudire agli investimenti fatti, dopo anni di vuoto, senza "sposare" in modo acritico, non gli impegni scritti e negoziati con Fca, ma le pure e semplici promesse dell'amministratore delegato. Ora si riconosce che quella promessa è destinata a non trasformarsi in realtà. Meglio tardi che mai. Eppure quella promessa non era disinteressata, ma in cambio ha previsto salari più bassi del contratto nazionale, meno diritti e carichi di lavoro più pesanti.
Anche i numeri però non possono essere usati in modo equivoco: cosa vuol dire che i lavoratori di Fca in Italia interessati dagli ammortizzatori sociali sono stati nel primo semestre 2900? Se significa coinvolti, seppur con modalità diverse, sono molti di più: a Torino, per rimanere al solo "polo del lusso" sono stati tra Carrozzeria di Mirafiori e Maserati di Grugliasco oltre 3500, a cui in questi giorni si aggiungono i 1640 addetti alle linee del suv Levante. E poi ci sono altri settori di Mirafiori e Marelli, e ancora Pomigliano e Melfi.
Infine: bene analizzare i primi 9 mesi del 2017 che ormai sono alle nostre spalle. A patto di non nascondere il fatto che nei grandi stabilimenti dell'auto, salvo Cassino, il dopo ferie sta portando ad un aumento della cassa e della solidarietà. E il fatto che si tratti di una situazione transitoria dipende dai futuri investimenti, di cui però ad oggi non c'è traccia. Di sicuro invece nel corso del 2018 in alcuni stabilimenti, a cominciare dalla Carrozzeria di Mirafiori, si esauriranno gli ammortizzatori sociali».
Ufficio stampa Fiom