La Fiom-Cgil rende noto che si è svolto oggi, giovedì 1 dicembre, un incontro tra la Fiom-Cgil e Fca su Mirafiori e sulle prospettive dei diversi settori, a partire da quelli più significativi: oltre alle Carrozzeria (3860 addetti), gli Enti Centrali (oltre 6950) e le ex Meccaniche ora Powertrain (1350). In tutto più di 14 mila lavoratori, oltre la metà dei quali (7600) impiegati. La delegazione aziendale era guidata da Pietro De Biasi, responsabile delle relazioni industriali del gruppo.
Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil, dichiara: «Abbiamo chiesto questo confronto per accendere un faro sul più grande insediamento di Fca in Italia, nel quale i diversi settori sono spesso connessi e rimandano alle strategie più generali del gruppo. Insomma: Fca a Torino non è solo il suv Levante. In particolare, la situazione degli Enti Centrali evidenzia un oggettivo ritardo sui nuovi modelli, oltre a quelli già annunciati: questo rappresenta un problema per più stabilimenti italiani, in particolare Pomigliano e la stessa Carrozzeria di Mirafiori, dove insieme al Levante occorre un altro nuovo prodotto che sia anche in grado di sostituire in prospettiva la Mito. Questi problemi si ribaltano in modo evidente in settori di Mirafiori più piccoli ma emblematici, come le Costruzioni Sperimentali (300 persone), la cui attività è sempre stata dedicata alla preparazione di nuovi modelli, mentre al momento ci si limita ad interventi di modifica del Ducato per utilizzi particolari. Per i 600 addetti delle Presse siamo al quarto anno di cassa integrazione straordinaria, mentre alle Meccaniche si continua a produrre lo stesso cambio dal 1993: in questo caso c'è un chiaro problema di prospettiva, in quanto all'obsolescenza del prodotto si accompagna il fatto che in Italia ci si sta orientando sempre più verso la produzione di modelli alto di gamma, a fronte di un cambio destinato invece a vetture medie e piccole. Tra l'altro si fa un gran parlare di auto elettrica, ma su Torino, e sull'Italia, non si intravede ad oggi praticamente nulla, nonostante le competenze presenti al Centro ricerche Fca ma anche in Marelli.
Abbiamo quindi chiesto lumi sulle prospettive future, consapevoli che il confronto deve continuare a livello di singolo settore per gestire al meglio i problemi contingenti, ma dentro un quadro più chiaro sulle scelte generali di investimento di Fca in Italia, e a Torino in particolare».
Ufficio stampa Fiom-Cgil Torino
Torino, 1° dicembre 2016