Potetti (Fiom Lazio):”Con 'decreto dignità' segnali positivi, ma serve il ritorno dell'articolo 18”
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Con il “decreto dignità”, dopo anni, si comincia a dare segnali positivi ai lavoratori. Solo con il ritorno dell’articolo 18 contro i licenziamenti però, si potrà parlare di rottamazione del jobs act.
Le norme contenute nel decreto dignità sul lavoro, la riduzione dei contratti a termine e il ritorno delle causali, insieme alle norme su somministrazione del lavoro e delocalizzazioni sono un buon primo segnale ai lavoratori di cambiamento.
I soggetti che oggi sbraitano contro questo decreto dovrebbero invece interrogarsi sul fatto che proprio quella deregulation attuata sui diritti dei lavoratori ha prodotto l’allontanamento degli stessi da quelle forze politiche che oggi lo difendono. C’è poco da difendere il jobs act che, al contrario di quello che si è detto, ha creato solo precarietà e lavoratori poveri.
Ammettere gli errori, invece di difendere provvedimenti indifendibili, è probabilmente il primo passo da compiere per recuperare un rapporto con la realtà.
Saremo molto attenti al percorso parlamentare affinché non si peggiorino le norme varate il 2 luglio ma, anzi, cercheremo di stimolare ulteriori provvedimenti a favore delle lavoratrici e dei lavoratori.
Vogliamo dire al governo, però, che per poter parlare di rottamazione del jobs act si deve reintrodurre l’articolo 18 contro i licenziamenti. La dignità del lavoratore non la si dà per decreto ma certamente la possibilità di opporsi al licenziamento ed essere reintegrato nel posto di lavoro dà la possibilità di far valere le proprie ragioni e i propri diritti.
Fabrizio Potetti, segretario generale Fiom-Cgil Lazio
Fiom-Cgil Lazio
Roma, 4 luglio 2018