La Hydro Alluminium Slim di Cisterna di Latina con una comunicazione del 29 dicembre ha comunicato alle Organizzazioni sindacali e alla RSU aziendale la disdetta degli accordi integrativi aziendali.
Tutto ciò conseguentemente ai vari incontri che si sono succeduti, dal mese di settembre u.s., nei quali la Direzione aziendale comunicava alla delegazione sindacale la necessità di un sostanziale riduzione del costo del lavoro per consentire di parare le forte perdite economiche che si sono determinate, in modo particolare, negli ultimi anni.
La multinazionale ha affermato che solo al realizzarsi di queste condizioni si può reggere la competitività a livello internazionale aggiungendo, paradossalmente, che per raggiungere gli obbiettivi fissati sul 2015 gli stessi lavoratori dovranno aumentare il proprio orari di lavoro dovendo fare ricorso allo straordinario.
In realtà ciò che sta accadendo è il ripetersi di ciò che è accaduto due anni fa, quando la stessa Hydro chiedeva allora, come oggi la riduzione del costo del lavoro tramite il salario dei lavoratori.
All’epoca, dopo un periodo non facile che ha visto attivarsi i lavoratori ad una mobilitazione, si giunse ad un accordo di congelamento per due anni della quattordicesima mensilità. Tale operazione, a detta dell’azienda, avrebbe consentito, insieme ad altri provvedimenti di riduzione dei costi generali, ad un pareggio delle perdite nel 2013 ed a un cenno di positività della redditività nel 2014. Piano fallito, che invece ha visto un’ulteriore perdita di circa 4 milioni di euro nel 2014.
L’assurdo e il paradosso che l’operazione messa in campo all’epoca è, dal nostro punto di vista, stata vanificata da un sostanziale incremento del lavoro straordinario/supplementare che ha riassorbito, in termini di costi, buona parte del risparmio ottenuto dalla 14° mensilità.
Puntualmente, alla vigilia del rispetto degli impegni assunti dall’azienda, la stessa nuovamente bussa cassa.
Quello presentato dalla Hydro è un piano inaccettabile, un ricatto che Fim, Fiom, Uilm, Ugl, RSU congiuntamente a tutti i lavoratori hanno respinto, dichiarando lo stato di agitazione con un pacchetto di 16 ore di sciopero per il mese di gennaio, 4 delle quali saranno effettuate giovedì 15 con un presidio davanti lo stabilimento, oltre che al blocco di ogni forma di straordinario.
La Norsk Hydro è oggi la stessa proprietaria del 50% della Sapa, che ha visto decidere la chiusura dello satbilimento di Fossanova, le politiche industriali che la direzione aziendale sta mettendo in campo non lasciano tranquille le maestranze del sito di Cisterna anche a fronte della notizia che la multinazionale ha deciso un importante investimento di 130 milioni di euro nello stabilimento Tedesco di Crevenbroich per l’incremento di 150 mila tonnellate/anno di laminati per carrozzerie auto motive.
Fiom-Cgil di Latina
Latina, 13 Gennaio 2015