Operazione Stige e arresti a Parma.
Le riflessioni della FIOM CGIL territoriale
"Auspichiamo una white list contro le infiltrazioni malavitose e una maggiore etica nell'introduzione di manodopera esterna nelle fabbriche"
11 Gennaio 2018
Durante la grande crisi finanziaria le aziende hanno spalancato le porte ad imprese “esterne”, dando loro importanti lavorazioni, e in alcuni casi interi segmenti del processo produttivo. Questo nuovo “modello” ha avuto tra i suoi effetti licenziamenti collettivi per "riorganizzazione aziendale". Allora forse nessuno sapeva che alcune di queste aziende (e sicuramente gli inquirenti conoscono l’intera rete di aziende “controllate”) erano riconducibili alla criminalità. Ma l’argomento “appalti” è sempre stato un tabù nel dialogo con le aziende. Solo nel 2016-17 siamo riusciti, attraverso la contrattazione, ad ottenere la mappatura relativa agli appalti interni alle aziende, con tanto di ragione sociale e attività. Prima di questi accordi l’ermetismo delle società non permetteva ai rappresentanti dei lavoratori di capire cosa succedesse esattamente nel processo produttivo.
Occorre aggiungere che in passato abbiamo avuto “segnali”, che come FIOM avevamo portato anche all’attenzione degli organismi preposti. Basti ricordare che nell’aprile del 2015 nel territorio si è compiuto un omicidio legato anche ad un giro di usura (l'omicidio Guarino) per mano dell’imprenditore di un’azienda meccanica che forniva servizi, lavorazioni metalmeccaniche e mano d’opera ad alcune aziende del territorio. Questo imprenditore era stato convocato nelle sedi opportune a rispondere circa alcune irregolarità nel rapporto con i lavoratori. Allora furono espulse queste “presenze” dal tessuto sano dell’industria parmense. Ma la crisi conclamata ci ha permesso di vedere strani inserimenti di risorse economiche fresche, offerte a piccole aziende in difficoltà, quando il sistema bancario non rispondeva più.
La nostra attenzione su questi episodi è molto alta. I rappresentanti sindacali della FIOM del territorio di Parma hanno visto di recente una formazione sul fenomeno della criminalità infiltrata nel tessuto industriale, con la quale intendiamo coinvolgere i nostri delegati come osservatori privilegiati del fenomeno. Non nascondiamo la preoccupazione sul futuro dei lavoratori della GF Nuove Tecnologie e di altre aziende che possano venire coinvolte nelle indagini della magistratura. A volte è capitato che un lavoratore in cerca di tutela ci incontrasse, e aderisse al nostro sindacato, e che poche ore dopo lo stesso venisse a ritirare l'adesione senza fornire spiegazioni, ma abbiamo intuito quali motivazioni potessero avere. Ora ci auguriamo che in tanti sentano la necessità di cogliere l'opportunità di debellare in modo definitivo queste presenze, partendo magari da una white list contro le infiltrazioni malavitose e da un maggior rigore nell'introduzione di manodopera esterna all’interno delle fabbriche".
Lucia De Cavalcanti, segretario generale FIOM CGIL Parma -