In questi anni abbiamo capito che non c’è una separazione tra quello che accade dentro le fabbriche e quello che accade nel paese. Noi come operaie e operai della FCA di Pomigliano sappiamo quanto possa essere violento un referendum imposto, che tiene in se un ricatto. Un disegno autoritario che si è poi manifestato in ogni spazio della società, i cui segni sono ancora oggi indelebili sulla nostra pelle.
La scelta di dire NO per difendere la propria libertà, non è mai stata semplice per chiunque abbia a cuore la democrazia del proprio paese, figuriamoci per noi operai,da anni sotto attacco di un padronato che ha approfittato della crisi per tentare di cancellare i principi costituzionali nei luoghi di lavoro, ben prima che lo facesse la politica.L’Italia è il paese in cui la riforma del mercato del lavoro si intreccia con la riforma costituzionale. L’attacco al mondo del lavoro è stato precursore del cambiamento che le nostre controparti avevano in testa anche sul sistema costituzionale e, di conseguenza istituzionale del nostro Paese.Non è un caso che Marchionne e la stessa Confindustria sostengono il SI.
La lotta del movimento operaio è stata sempre la punta più avanzata per la conquista di diritti sociali per tutti, incarnando quel principio di eguaglianza e libertà che ha rialzato le fasce più deboli del paese dalla miseria senza speranza.Molti di noi in questi anni hanno impegnato la propria libertà per la libertà degli altri, perché convinti che esiste un nesso inscindibile tra questione sociale, questione democratica, e questione istituzionale. Per questo riteniamo che la Costituzione nata dall’antifascismo e dalla Resistenza vada difesa ed applicata in ogni luogo e ad ogni costo.
Siamo ora di fronte ad un Potere la cui arroganza ha superato anche il bisogno di mascherarsi, perché sa che ha dalla sua la maggior parte dei media, degli interessi economici e finanziari e della politica.In questo sta il carattere più eversivo e autoritario di tale controriforma Costituzionale del governo Renzi.
Oggi più che mai siamo entrati in una fase pericolosa. A un bivio ineludibile della storia di questo paese, dovela democrazia e la libertà individuale, fuori e dentro i luoghi di lavoro, sono a rischio. La storia insegna che quando queste sono messe in discussione a pagarne le conseguenze sono sempre le fasce più deboli. Un disegno autoritario di questo governo illegittimo per accentrare il Potere nelle mani di pochi a discapito della democrazia e della libertà di tutti.
Adesso per difendere e attuare la Costituzione serve un NO!
Un NO per poi arrivare in primavera a dire SI ai quesiti referendari che abbiamo promosso come CGIL, raccogliendo oltre tre milioni di firme per abrogare le norme più odiose del Job Act (appalti, voucher e licenziamenti senza giusta causa) che hanno cancellato insieme ai diritti anche la speranza di una vita dignitosa per migliaia di Lavoratrici e Lavoratori.
Delegate e Delegati FIOM/FCA Giambattista Vico Pomigliano D’Arco
Pomigliano d’Arco 27 settembre 2016