Mettere in salvo “prima donne e bambini”. Leggi non scritte ma vecchie quanto il mondo. Leggi cancellate da dichiarazioni di un Ministro disumano e da un decreto in materia di sicurezza (poi convertito in legge) che getta nell’insicurezza il destino di tantissime persone.
Sono trascorsi giorni dal naufragio di Steccato di Cutro e non possiamo cancellare dalle nostre menti le immagini arrivate dalle spiagge crotonesi. Corpi, senza più nomi, senza volti, senza più affetti, ma con tante storie da raccontare. Storie di vite spezzate, sogni infranti, famiglie distrutte.
Risuonano ancora forti, come boati, le parole del Ministro Piantedosi che, di fronte ad una simile tragedia-oltre 70 vite umane inghiottite dalle onde del mare e restituite alla terra ferma cadaveri- riesce a trasformare le vittime in colpevoli affermando che “non dovevano partire!” e che “la disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei figli”. Qualsiasi mamma, in qualsiasi parte del mondo, farebbe ogni cosa per dare una speranza di un futuro migliore ad un figlio.
E quest’anno l’8 marzo- giornata internazionale dedicata alle donne- non possiamo che dedicarlo a tutte le donne simbolo di vita, resistenza e futuro.
A quelle donne in fuga che hanno perso la vita in un naufragio, a quelle che ne sono scampate, a quelle donne che hanno dato alla luce i loro figli su un gommone in mezzo al mare e a quelle che volevano salvare i figli da una prospettiva di disperazione e invece li hanno visti morire inghiottiti dall’acqua.
Il Sud del Paese è la porta d’accesso all’Europa per chi arriva dal mare. Un Sud che tante volte ha accolto vite attraverso i suoi porti, attraverso la solidarietà e l’umanità della sua gente. Quella solidarietà fatta di empatia, perché anche qui tante mamme vedono ancora partire i propri figli alla ricerca di migliori condizioni di vita.
DONNA- VITA- LIBERTA’ abbiamo gridato unendoci alle donne e agli uomini che in Iran lottano per difendere il diritto delle donne ad un’esistenza libera.
C’è un filo conduttore in tutte queste storie: la violazione dei diritti umani e il tentativo di negare non solo diritti ma spesso la vita a chi è considerato più debole. E le prime ad essere colpite sono sempre le donne. Solidali con chi parte.
Non resteremo indifferenti di fronte ad alcuna discriminazione! Fiom Cgil Campania