L’ulteriore passo fatto sabato in tarda serata dal Governo nazionale non lascia spazio a tante interpretazioni. È arrivata, infatti, “la serrata” per i settori produttivi non essenziali, quindi anche in Valle d'Aosta gli stabilimenti, che non producono beni di prima necessità devono fermarsi. Nella regione alpina uno degli stabilimenti, intorno a cui ruotano circa 1500 dipendenti (compresi i lavoratori delle ditte esterne), è la Cogne Acciai Speciali, che dovrà sospendere la produzione. Altre aziende, tipo Shiloh ( Verrès) e Tecnomec (Arnad) proseguiranno con la cassa integrazione, fermando comunque la produzione. Stop anche per Abc e per Grivel. Engineering (Pont-Saint-Martin), invece, ha usato quasi da subito il telelavoro. Anche l’azienda di Arnad Gps si è attrezzata con lo smart working. Nel caso dello stabilimento di Arnad, dopo l'emergenza sanitaria coronavirus, a turno i lavoratori andavano a lavorare in sede una volta alla settimana. Ora, con l’ultima stretta del Governo Conte, è chiaro che le aziende dovranno optare per il telelavoro, dove non è possibile, invece, si chiude, come Mdm ( Chatillon), Honestamp (Hone) e Podiunm Engineering ( Pont-Saint-Martin). Inoltre, collegate alla chiusura della Cogne Acciai Speciali, si fermeranno anche le quattro ditte esterne che lavorano per la storica azienda siderurgica aostana.
Fiom Vda "Sapere che la Cogne era intenzionata a riaprire il 25 marzo ci preoccupava. La salute dei lavoratori è al primo posto"
L’annuncio di qualche giorno fa della Cogne Acciai Speciali che avrebbe riaperto il 25 marzo, dopo la sanificazione dello stabilimento, chiesto con forza dalle organizzazioni sindacali, ha lasciato stupito il sindacato. Spiega Fabrizio Graziola, segretario generale Fiom Valle d'Aosta: " Riaprire uno stabilimento nel clou dell'emergenza coronavirus (e con l’incremento di contagiati anche nella nostra regione) non ci sembrava opportuno. Ma ci ha lasciato basiti il silenzio e il lassismo della politica regionale. Non è ancora chiaro come mai il Prefetto abbia fatto un’ordinanza, imponendo lo stop dei cantieri e delle attività all’aperto e invece sulle fabbriche il silenzio. I lavoratori della Cogne e delle altre fabbriche, che non producono beni di prima necessità sono immuni al virus? Ora è arrivata la stretta dal Governo Conte, dopo il pressing a livello nazionale della Cgil e delle altre organizzazioni sindacali. Certo che come Fiom ci aspettavamo un’attenzione maggiore da parte della politica valdostana, soprattutto dopo l’annuncio di riapertura fatto dalla Cogne. Ci aspettavamo una presa di posizione, come quella che è stata fatta per i cantieri. Invece niente. La salute di tutti, lavoratori delle fabbriche compresi, è troppo importante per essere messa in secondo piano”. "È chiaro - conclude Graziola (Fiom Cgil)- che dopo le parole del Presidente Conte, tutte le fabbriche, che non producono beni di prima necessità, si dovranno fermare anche in Valle d'Aosta. Rimane ancora il mistero sul perché il Prefetto abbia ordinato la chiusura dei cantieri, persino di quelli all'aperto, e non si sia pronunciata sulla Cogne Acciai Speciali e sulle altre fabbriche. Ma oltre al prefetto, neppure la giunta regionale è intervenuta sulla situazione delle fabbriche. Probabilmente aspettavano che lo facesse qualcun altro al posto loro, e così è stato. Infatti è dovuto intervenire il Governo nazionale".