“Si è svolto oggi il tavolo presso Ministero per le imprese e il Made in Italy (ex Mise) l’incontro sul futuro di Acciaierie D’Italia. È stata importante la tempestività della convocazione da parte dei Ministeri competenti.
Lunedì 21 novembre è sciopero unitario in tutto il gruppo di Acciaierie D’Italia. Oggi la multinazionale ha disertato il tavolo ed il confronto con il governo e le organizzazioni sindacali.
È necessario scioperare per fermare l’agonia del gruppo in Italia e per tornare a negoziare il rilancio del lavoro, la tutela dell’occupazione, le condizioni di salute e sicurezza, il risanamento ambientale e l'innovazione delle produzioni.
Si rischia semplicemente di accompagnare il declino e la fermata di tutti gli impianti e di tutti gli stabilimenti, che versano in pessime condizioni per la mancanza di investimenti e di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, tanto che alla fine del 2022 saranno prodotte circa 3 milioni di tonnellate di acciaio. Nessuna risposta concreta è arrivata per i lavoratori delle 145 aziende dell’indotto.
Abbiamo chiesto al governo di assumere il controllo e la gestione di Acciaierie D’Italia, a partire dall'utilizzo delle risorse già stanziate (un miliardo di euro) per riequilibrare gli assetti societari senza attendere la scadenza del 2024. Il Ministro Urso ha preso l’impegno all’avvio di un percorso di confronto. Serve una cabina di regia permanente presso il Ministero per riscontrare la coerenza degli impegni, a partire dalla necessità che l'azienda ritiri i tagli alle imprese dell'indotto, che si riapra la negoziazione del mancato accordo sulla cassa integrazione straordinaria, che si verifichino gli assetti di marcia degli impianti e la loro sicurezza, che si garantisca l'integrazione salariale per i lavoratori in amministrazione straordinaria".
Lo dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Gianni Venturi, responsabile nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil
Ufficio stampa Fiom-Cgil
Roma, 17 novembre 2022