“Consideriamo irricevibile il cosiddetto piano di mitigazione inviato ieri, via email, dalla multinazionale Wartsila alle organizzazioni sindacali e alla Rsu. Anche con questo atto, nei fatti, Wartsila conferma i 700 licenziamenti e la completa dismissione delle attività produttive del sito di Trieste.
Non siamo disponibili a discutere con la multinazionale sotto il ricatto del licenziamento di centinaia di lavoratori e lavoratrici, diretti e dell'indotto, e per questo continuiamo a chiedere il ritiro della procedura come condizione per avviare un eventuale confronto. In questo senso, per annullare i licenziamenti e far condannare Wartsila per condotta antisindacale, daremo battaglia il 14 settembre prossimo anche in Tribunale a Trieste.
Al governo poniamo due questioni: di essere conseguente con gli impegni presi al Mise modificando con effetto retroattivo la legge di contrasto alle delocalizzazioni e di avviare da subito interlocuzioni con aziende e gruppi, a partire da quelli pubblici, per garantire, con o senza la multinazionale Wartsila, la continuità produttiva e occupazionale del sito di Trieste”.
Lo dichiara in una nota Luca Trevisan, segretario nazionale Fiom-Cgil
Ufficio stampa Fiom-Cgil
Roma, 13 settembre 2022