"La decisione, comunicata oggi alle organizzazioni sindacali dalla multinazionale Wartsila, di cessare tutta l'attività produttiva dello stabilimento di Trieste è totalmente inaccettabile.
La scelta di Wartsila di chiudere tutta la produzione a Trieste e delocalizzarla in Finalndia, con la dichiarazione di 451 esuberi su 973 lavoratori e lavoratrici dello stabilimento, va rispedita al mittente, e dimostra ancora una volta l'inefficacia della legislazione italiana nel contrastare lo strapotere delle multinazionali ed impedire le delocalizzazioni produttive.
E' intollerabile che, nel vuoto di politica industriale del governo, di misure a difesa del lavoro e delle attività produttive, le multinazionali considerino l'Italia terra di conquista, mercati e know how da acquisire, senza vincolo alcuno sul piano sociale e occupazionale.
Governo e la Regione Friuli Venezia Giulia convochino subito una tavolo istituzionale con le organizzazioni sindacali e la Rsu per intervenire direttamente sulla multinazionale Wartsila e fermare i licenziamenti e l'annunciata distruzione di un patrimonio industriale.
Con Fim e Uilm e la Rsu saranno nelle prossime ore decise tutte le iniziative di mobilitazione necessarie a respingere i licenziamenti e difendere l'occupazione".
Lo dichiara in una nota Luca Trevisan, segretario nazionale Fiom-Cgil
Ufficio stampa Fiom-Cgil
Roma, 14 luglio 2022