“È la prima volta in assoluto che Federmeccanica insieme a Fim, Fiom, Uilm presentano un documento comune sull’automotive. Questo dimostra la straordinarietà della situazione della crisi dell’automotive in Italia, sono a rischio oltre 70 mila posti di lavoro.
L’automotive è il cuore pulsante della nostra industria. Serve un piano straordinario, altrimenti potrebbe saltare un intero settore industriale.
Lanciamo oggi un appello al Governo e al Presidente del Consiglio sulla necessità di un confronto che non è più rinviabile per individuare le azioni strategiche da compiere per la transizione ecologica e industriale della mobilità del futuro.
I dati sull’andamento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali forniti dall’INPS evidenziano la gravità della situazione: nel 2019 sono state utilizzate 26 milioni di ore di cassa integrazione, nel 2021 quasi 60 milioni.
L'obiettivo deve essere tornare a produrre in Italia 1,5 milioni di veicoli per salvaguardare l'industria e l'occupazione nel nostro Paese ed essere competitivi sul mercato gloabale ed europeo.
Siamo passati da secondo a ottavo produttore di auto in Europa. Attualmente viene utilizzata solo la metà della capacità produttiva istallata, con 700.000 auto prodotte nel 2021.
Francia e Germania stanno già mettendo in campo politiche industriali per affrontare la transizione, mentre il Governo italiano non sta svolgendo nessun ruolo.
Il Governo deve intervenire nominando un’Autorità, che coordini i Ministeri interessati sotto la Presidenza del Consiglio, che abbia una dotazione di risorse finanziarie per la transizione industriale garantendo l’occupazione negli stabilimenti Stellantis e in tutta la componentistica, anche attraverso l’utilizzo di un ammortizzatore sociale per la transizione”.
Lo ha dichiarato Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil nel corso della conferenza stampa "Industria Automotive: un patrimonio italiano di fronte alle transizioni"