“Abbiamo appreso dalle agenzie stampa della proposta vincolante da parte della Lu-ve per l’acquisto del sito ex Acc di Mel.
Una notizia importante sicuramente, ma che ci lascia una forte preoccupazione su quello che ne conseguirà sotto l’aspetto occupazionale.
Al ministro Giorgetti desideriamo sommessamente ricordare che a oggi le conseguenze della decisione di abbandonare quell’unico tentativo di politica industriale da parte del Governo, che era il progetto Italcomp, sono i 400 licenziati della ex Embraco, a cui si aggiunge ora il rischio di esuberi in Wanbao e in ultimo, ma di non trascurabile importanza, che con oggi si sancisce la rinuncia del nostro Paese a produrre compressori, con la cancellazione quindi di competenze industriali e professionali acquisite negli anni.
Non riteniamo ci siano le condizioni per essere così entusiasti.
Per questi motivi abbiamo inviato oggi stesso una richiesta di incontro urgente al Ministero dello Sviluppo economico, proprio perché siamo un’Organizzazione sindacale che fa la propria parte nell’interesse delle persone che lavorano e non ci lasciamo andare in facili entusiasmi nei confronti di un mercato che porta avanti i propri interessi e che può e sa farlo senza bisogno dell’aiuto del Governo.”
Lo dichiarano oggi Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom e responsabile elettrodomestico, Stefano Bona, segretario della Fiom di Belluno e Silvia Spera, area politiche industriali per la Cgil nazionale.
Uffici stampa Fiom nazionale e Cgil nazionale
Roma, 1° febbraio 2022