"Il Governo ha convocato l'incontro di oggi dopo le mobilitazioni dei lavoratori sulla richiesta di cassa integrazione ordinaria, su cui in nessun sito si è giunti all'accordo, e che ha determinato scioperi e manifestazioni. E' stata confermata una forte domanda di acciaio sul mercato, che pertanto non giustifica la richiesta di cassa integrazione ordinaria da parte dell'azienda.
Il Governo ha quindi reso disponibile l'utilizzo delle 13 settimane di "cassa Covid" attraverso un'interpretazione dell'avviso comune firmato tra il Governo stesso e le parti sociali del 29 giugno scorso. L'azienda si è impegnata a non superare i livelli dei mesi precedenti, smentendo quindi di fatto i numeri con cui aveva aperto la procedura. Il Governo ha indicato come queste ulteriori 13 settimane debbano essere utilizzate per l'apertura di un confronto di merito sulle prospettive e sulle scelte industriali, ambientali e occupazionali dell'insieme del gruppo che prepari le condizioni per un accordo sindacale, peraltro previsto come vincolo nella procedura di vendita.
Allo stato attuale si riconferma una totale incertezza rispetto alla prospettive del piano industriale che devono essere verificate alla luce del completamento degli assetti societari e dell'insediamento formale del nuovo Cda di Acciaierie d'Italia previsto per il 21 luglio.
A conclusione dell'incontro, l'amministratore delegato Morselli ha dichiarato di considerare scaduto l'accordo del 6 settembre 2018 per le parti che si riferiscono al trattamento economico, ed in particolare alla norma transitoria sull'erogazione una tantum del 3% del premio di risultato, e ha anche ribadito l'indisponibilità alla maturazione dei ratei e all'integrazione salariale della cassa con risorse proprie. Questo in una situazione in cui "il primo semestre di quest'anno ha segnato il ritorno per la prima volta da tanto tempo all'utile netto", così come dichiarato recentemente dall'amministratore delegato stesso.
È inaccettabile mettere insieme incertezze sulle prospettive che durerà ancora nei prossimi mesi e una condizione che scarica sulla decurtazione del salario dei lavoratori responsabilità e ritardi dell'azienda e del Governo. Per questo chiediamo il rispetto degli accordi e riconfermiamo la necessità di integrare il reddito dei lavoratori in cassa, che peraltro dall'inizio della pandemia è completamente gratuita per le imprese".
Lo dichiara in una nota Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil
Ufficio stampa Fiom-Cgil
Roma, 8 luglio 2021