“La conclusione formale della prima fase del percorso di ingresso di capitale pubblico in ArcelorMittal attraverso Invitalia, rappresenta un passo nella direzione tracciata dall’accordo con il Governo. Da oggi l’ex Ilva è formalmente una società pubblico-privata e può avviarsi e consolidarsi un percorso che consenta di recuperare i colpevoli ritardi nel rilancio delle strategie industriali, ambientali, e occupazionali del gruppo siderurgico.
Le conseguenze di questa operazione che porterà a maggio 2022 alla separazione delle attività e delle passività di bilancio (comprese le quote di passività residua dell’affitto e dell’acquisto dei rami di azienda ex Ilva) carica sul nuovo soggetto societario, Acciaierie d'Italia, un’eredità sicuramente pesante.
Un’eredità pesante non solo in termini finanziari, ma di condizione generale degli impianti, di mancata innovazione tecnologica, di condizioni di ambiente e sicurezza, di incertezza occupazionale appesantita anche da recenti decisioni inaccettabili e surreali nella gestione delle relazioni sindacali e industriali.
Per queste ragioni la decisione di oggi deve essere parte di una scelta più generale che colloca le prospettive di Acciaierie d'Italia dentro il piano nazionale per la siderurgia e l’utilizzo delle risorse del Recovery Fund, da discutere in un confronto urgente con le parti.
La decisione dello sciopero dello stabilimento di Taranto e le tensioni in tutti gli stabilimenti del gruppo hanno quindi un fondamento legato sia alla necessità di difendere gli impegni e i vincoli occupazionali dell’accordo di settembre del 2018, sia di garantire una transizione sostenibile sul piano industriale e ambientale”.
Lo dichiarano in una nota congiunta Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 14 aprile 2021