Si è svolto ieri, in videoconferenza, il primo incontro sulla procedura di esame congiunto (ex art. 47) riguardante la società Odos, in procedura fallimentare, e la società Gafin srl interessata all’affitto di ramo d’azienda.
Contrariamente a quanto indicato nella procedura formalizzata alle Organizzazioni sindacali la Gafin ha modificato in modo molto sensibile le condizioni di subentro, riducendo a 50 il numero delle assunzioni dalle 119 prospettate.
Assunzioni che tra l'altro sarebbero fatte con delle condizioni pesantemente peggiorative per i lavoratori, in particolare con:
orario di lavoro ridotto al 50%;
cancellazione dei superminimi individuali;
cancellazione della contrattazione di secondo livello.
L'azienda ha confermato inoltre la decisione di non assumere nessuno dei 50 lavoratori del laboratorio di Almenno San Salvatore in provincia di Bergamo.
Una proposta assurda e inaccettabile, che come Fiom ci rifiutiamo di condividere alla luce del fatto che la stragrande maggioranza dei lavoratori non verranno assunti e che i rimanenti lavoratori subiranno una forte riduzione di salario.
Visto quindi che la procedura fallimentare non è nella condizione di tutelare i lavoratori coinvolti, chiediamo a Regione Lombardia di intervenire, considerato che l'attività delle aziende coinvolte ha a che fare con il delicato settore della sanità regionale e che se tale vicenda verrà lasciata alla semplice volontà delle parti ci sarà il rischio di non riuscire a ripristinare un servizio adeguato ma soprattutto di perdere più di 150 lavoratori attualmente occupati.
Lo dichiarano in una nota Mirco Rota, coordinatore nazionale Odos Services e Paola Guerini, Fiom Bergamo.
Ufficio stampa Fiom-Cgil nazionale
Roma, 16 dicembre 2020