“I lavoratori della Ferriera di Servola di Trieste hanno ampiamente partecipato al voto sull'accordo sindacale del Gruppo Arvedi del 23 dicembre scorso che prevede la chiusura dell'area a caldo dello stabilimento. Su 513 aventi diritto al voto, 277 dipendenti hanno deciso per il sì e 192 per il no.
Per la Fiom come sempre l'espressione del voto dei lavoratori è vincolante dei propri comportamenti, senza prescindere dalla responsabilità di dare continuità di rappresentanza alle ragioni di quel 40% di lavoratori della Ferriera. Quei lavoratori che hanno ritenuto di dover condividere con la Fiom una battaglia in difesa delle prospettive industriali e occupazionali del sito triestino.
Il larghissimo consenso alla domanda di garanzie e certezze occupazionali deve trovare una risposta attraverso la convocazione da parte del Ministro Sviluppo Economico di un tavolo con tutte le parti sociali e istituzionali per la definizione dell'accordo di programma. Accordo che deve contenere le necessarie garanzie di continuità occupazionale, dei diritti nel rapporto di lavoro e di tutela del salario: condizioni che come riconosciuto anche da Fim-Uilm-Failms-Usb non sono garantite dall'accordo sindacale stesso.
Ci aspettiamo quindi che le istituzioni, il Gruppo Arvedi, ed eventuali altri soggetti pubblici e privati interessati alla possibile ricollocazione dei lavoratori della Ferriera di Servola siano messi nelle condizioni di tradurre intenti e disponibilità dichiarate in impegni vincolanti ed esigibili”.
Lo dichiara in una nota Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil nazionale e responsabile siderurgia
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa