Le Organizzazioni Sindacali Nazionali di FIM FIOM UILM dichiarano intollerabile quanto emerso dall’incontro di ieri tra il Presidente del Consiglio e i vertici di ArcelorMittal, programmato per chiedere il ritiro della procedura di disimpegno dagli stabilimenti dell’ex Ilva annunciata il 4 novembre.
La multinazionale ha posto delle condizioni provocatorie e inaccettabili e le più gravi riguardano la modifica del Piano ambientale, il ridimensionamento produttivo a quattro milioni di tonnellate e la richiesta di licenziamento di 5mila lavoratori, oltre alla messa in discussione del ritorno a lavoro dei 2mila attualmente in Amministrazione straordinaria.
Fim Fiom e Uilm considerano le prossime ore decisive per il futuro di migliaia di lavoratori.
L’incontro di oggi tra il Presidente del Consiglio Conte e le organizzazioni sindacali, con la presenza dei Segretari Generali di Cgil Cisl e Uil, rappresenta un’occasione importante per impegnare il Governo ad assumere atti forti e inequivocabili in difesa del futuro del polo siderurgico più importante d’Europa.
Per questo proclamano 24 ore di sciopero per l’intero Gruppo Arcelor Mittal ex Ilva a partire dalle ore 7 di venerdì 8 novembre 2019, già programmato per il sito di Taranto.
In tutti gli altri stabilimenti, le Segreterie territoriali definiranno le modalità di mobilitazione Inoltre Fim Fiom e Uilm chiedono all’azienda l’immediato ritiro della procedura e al governo di non concedere nessun alibi alla stessa per disimpegnarsi, ripristinando tutte le condizioni in cui si è firmato l’accordo del 6/9/2018 che garantirebbe la possibilità di portare a termine il piano Ambientale nelle scadenze previste. Le condizioni devono, inoltre, includere lo scudo penale limitato all’applicazione del Piano ambientale e il ritiro di qualsiasi ipotesi di esuberi.
Le scriventi Organizzazioni ritengono l’accordo del 6 Settembre 2018 come unica strada per garantire il risanamento ambientale e il rilancio dell’intero gruppo ex Ilva.
Non è possibile, a un anno dalla firma, ritornare a discutere di quanto già affrontato negli ultimi 7 anni.
Dobbiamo scongiurare che a pagare il prezzo delle scelte scellerate di azienda e politica siano sempre i lavoratori. Dobbiamo evitare lo spettro dell’ulteriore cassa integrazione e chiediamo con forza il risanamento ambientale e la salvaguardia occupazionale.
Fim Fiom Uilm Nazionali
Roma, 7 novembre 2019