Giovedì, 26 Dicembre 2024

[la Repubblica] Viola, il sindacalista dello sciopero in Maserati: "Wall Street non trema per me"

Il delegato Fiom, 40 anni di fabbrica: "Oh, non lo sapevo, noi volevamo fare un'ora di assemblea non di protesta. L'azienda ha detto no"

di PAOLO GRISERI

 

HA COMPIUTO quarant'anni di fabbrica il 28 maggio scorso. Non solo quarant'anni di lavoro. Proprio quarant'anni nella stessa fabbrica, lo stabilimento di corso Allamano 44 dove un tempo c'era la Bertone e oggi c'è la Maserati. Pochi giorni dopo il suo speciale compleanno, Pino Viola, delegato della Fiom, ha scoperto di aver provocato un mezzo terremoto oltreatlantico con l'ora di sciopero del 16 giugno scorso, quella che ha fatto arrabbiare Sergio Marchionne per le ripercussioni negative che avrebbe avuto sulle valutazioni degli investitori Usa.

 

Viola, lo sa che con il suo sciopero ha spaventato i lupi di Wall Street?
"Oh Madonna, non lo sapevo".

 

Marchionne dice che il vostro sciopero ha dato un'immagine negativa della Fiat nel mondo...
"Questo io non lo so. So però che quello sciopero era evitabilissimo se solo l'azienda avesse concesso l'ora di assemblea che avevamo chiesto. Si sono rifiutati di farlo. C'era una situazione davvero confusa. Avevamo detto che per poter parlare con i lavoratori avremmo anche dichiarato uno sciopero di un'ora in modo da effettuare l'assemblea. E così abbiamo fatto".

 

La nuova dimensione globale della Fiat non vi impone qualche cautela in più?
"Dovrebbe imporla a tutte e due le parti. Se avessimo potuto svolgere un'ora di assemblea, tutto questo problema non sarebbe nemmeno cominciato. Io non ho studiato alla Bocconi, sono un operaio. Ma mi sembra che con il rispetto reciproco tra le parti molti problemi si possano risolvere".

 

Che cosa volevate dire in assemblea?
"Volevamo spiegare ai lavoratori la proposta che avevamo avanzato all'azienda nell'incontro dell'11 giugno. Secondo noi invece di passare, come poi è successo, a 12 turni settimanali su sei giorni, si sarebbe potuto arrivare a 15 turni su cinque giorni introducendo la notte, liberando il sabato e aumentando ulteriormente l'occupazione. Ma al di là del merito delle proposte era successo in quei giorni che la gente si era arrabbiata con l'azienda. Per via del rifiuto a portare a tre le settimane di ferie e per i carichi di lavoro eccessivi".

Da dove nasceva la confusione?
"Dal fatto che contro i carichi di lavoro eccessivi, il sistema delle ferie e anche per ottenere maggiore sicurezza in fabbrica, Fim, Uilm avevano proclamato quattro ore di sciopero e un'ora di assemblea. Poi hanno firmato un accordo con la Fiat. Capisco, dal loro punto di vista, che dovessero revocare le quattro ore di sciopero, ma l'assemblea era necessaria per spiegare ai lavoratori che cosa avevano firmato. Invece hanno revocato anche quella. Anche per questo l'abbiamo chiesta noi".

 

Quando ha saputo che era arrivato Marchionne?
"All'ora del cambio turno. Ero andato in portineria a consegnare i volantini che avremmo distribuito per rispondere alla lettera aperta dell'amministratore delegato ai dipendenti. Ne ho consegnati tre alla guardia. Gli ho detto. 'Uno è per lei, uno per il capo del personale e uno per il dottor Marchionnè ".

 

Come vi hanno spiegato il mancato invito?
"Mah, dicono sempre che noi non abbiamo firmato il contratto, che non abbiamo diritto ad essere presenti. Solo che questi mezzi non bastano più. Anche la Fiat si rende conto che l'innamoramento sta per finire".

 

L'innamoramento?
"Io lo chiamo così. Bisogna sempre mettersi nei panni delle persone. Siamo stati fuori per sei sette anni. Vuol dire rimanere in cassa integrazione a 700-800 euro al mese. E' un tempo lunghissimo. Quando torni a lavorare a 1.300-1.400 euro al mese è naturale che entri in una fase di innamoramento per l'azienda".

 

Perché l'innamoramento sta finendo secondo voi?
"Perché i carichi di lavoro aumentano. E perché la gente vede che il contratto Fiat non dà soldi. I dipendenti delle altre fabbriche che hanno il contratto di Federmeccanica prendono di più. Gli innamoramenti finiscono così".

 

Succede anche agli iscritti alla Fiom?
"Certo, capita a tutti. E' umano ".

 

Anche se vi escludono dalle trattative?
"E' vero, ci considerano figli di un dio minore. Ma evidentemente questa volta il dio minore ha creato un po' di casino".

 

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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