“Termini Imerese ancora una volta si è stretta intorno ai lavoratori dell’ex Fiat e dell'indotto. Una manifestazione di migliaia di persone, con sindaci, studenti, lavoratori di altri comparti, delegazioni da tutta la Sicilia insieme perché Termini Imerese è il simbolo di una Sicilia che non si rassegna. Qui oggi si è manifestato per il lavoro, per l’innovazione contro le speculazioni finanziarie e l’illegalità.
Un primo risultato della manifestazione di oggi è arrivato da Roma: il Mise ha convocato per il 9 aprile il tavolo sulla vertenza Blutec.
Sono otto anni che le lavoratrici e i lavoratori chiedono certezze sul loro futuro occupazionale, di fronte a piani industriali che non si sono mai concretizzati. E nonostante la Fiom ai tavoli ministeriali abbia sollevato il problema della mancata realizzazione del piano industriale e del contratto di sviluppo.
La vertenza coinvolge complessivamente 1000 lavoratori, di cui 700 ex Fiat più altri 300 dell'indotto, ma considerando il resto degli stabilimenti la vertenza si allarga a tutta Italia e a circa 2000 lavoratori dal Piemonte all’Abruzzo fino alla Basilicata.
La convocazione del tavolo generale del Governo è un atto importante in cui avremo la possibilità di un confronto con il Commissario e Invitalia oltre alle Istituzioni.
La “vertenza Termini Imerese” è riaperta: bisogna dare continuità ai progetti in essere, ma oggi occorre cercare nuovi soggetti industriali per far ripartire la produzione. È necessario che le commesse a partire dai Doblò elettrici siano confermate.
Fca ha una responsabilità oggettiva a cui il Ministero dello Sviluppo Economico aveva già richiamato la proprietà.
Gli arresti e i comportamenti della proprietà dimostrano che le Istituzioni di questo Paese devono sostenere i lavoratori che difendendo investimenti e innovazione, garantendo la legalità al riparo dalle speculazioni.”
Lo dichiara in una nota Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive.
Roma, 21 marzo 2019