Da tempo denunciamo la gravissima situazione di degrado e illegalità di alcune aziende nella filiera degli appalti e sub-appalti di Fincantieri. Nei giorni scorsi abbiamo richiesto un incontro urgente al ministro Di Maio, proprio per affrontare e risolvere un sistema che si annida nell’organizzazione che si è data l’azienda e, per questo, non è una situazione isolata a Marghera ma purtroppo presente anche in altri cantieri.
I gravissimi fatti sui quali sta indagando la Procura della Repubblica di Venezia, su istanza degli stessi lavoratori ricattati e sfruttati, se confermati, sono insopportabili e inaccettabili in un paese civile, e divengono ancora più gravi nella filiera di un’azienda a capitale pubblico. Un sistema che minerebbe tutti i fondamenti del diritto, dove si perpetrano dallo sfruttamento all’evasione fiscale, dall’estorsione alle minacce.
Un’organizzazione produttiva che per abbattere i costi ha esternalizzato la maggior parte del lavoro, frammentandolo in migliaia di imprese, nelle quali, per quelle più spregiudicate, è possibile spingersi oltre il limite della legalità.
La condizione di lavoro e di sfruttamento denunciata dei lavoratori, viste le indagini in corso e le notizie emerse, sembra molto simile a quella dei braccianti ridotti in condizione di schiavitù in alcune zone del paese. Anche lì spesso c’è una filiera che arriva ad una multinazionale “senza macchie”.
Ministro Di Maio, apra il confronto al più presto, i patti della legalità firmati dall’azienda sono una foglia di fico inaccettabile per un paese civile. Continuare a non intervenire rischia di diffondere un sistema che oggi è circoscritto ad alcune realtà che, accanto ad aziende serie e sane, operano in condizione di profonda illegalità.
Fabrizio Potetti, responsabile Fiom del gruppo Fincantieri.
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 8 ottobre 2018
Appalti Fincantieri. I lavoratori denunciano ricatti e sfruttamento, ministero apra un confronto
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