In tutti gli stabilimenti – da Bari, Bologna e Crevalcore, Caivano, Melfi e Tito, Napoli, Tolmezzo fino a quelli nel territorio di Torino ecc. – si moltiplicano appelli, comunicati, assemblee, raccolte firme dei lavoratori che, preoccupati per il loro futuro, chiedono alle Istituzioni regionali e nazionali di supportare la richiesta di confronto con il management fino al coinvolgimento diretto del Governo.
L’intervento del ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro deve essere immediato, non può avvenire a cose fatte. La vendita di Magneti Marelli senza conoscerne le finalità potrebbe incidere sul mantenimento dei siti produttivi e dei livelli occupazionali. Magneti Marelli è il gruppo di componentistica dell’automotive più importante presente sul territorio nazionale e rappresenta un’eccellenza nella ricerca e innovazione dei prodotti. Se la cessione è mirata esclusivamente a fare cassa potrebbe rappresentare un ulteriore impoverimento industriale del nostro paese.
Magneti Marelli potrebbe essere invece una opportunità per integrare e internazionalizzare aziende della componentistica, anche con la partecipazione diretta pubblica come il Governo sta valutando per altri settori.
I lavoratori hanno il diritto di essere informati e di potersi confrontare per il futuro del gruppo.
Le iniziative dagli stabilimenti sono allegati al presente comunicato sul sito della Fiom (fiom-cgil.it)
Ufficio stampa Fiom-Cgil
Roma, 13 ottobre 2018