"L’amministratore delegato di FCA ha purtroppo confermato da Detroit, quanto avevamo da tempo già verificato: l’obiettivo della piena occupazione nel 2018 non ci sarà. I numeri parlavano già chiaro ma ora è il momento di aprire un confronto per affrontare l’emergenza occupazionale dei lavoratori di Mirafiori, Pomigliano e Nola.
Già a partire dalla scadenza di settembre del contratto di solidarietà a Mirafiori e a seguire per gli stabilimenti campani è urgente un confronto con l’azienda e il governo perché è evidente un disallineamento tra il piano produttivo, occupazionale dell’azienda e gli ammortizzatori sociali.
I ritardi sull’implementazione dei modelli Alfa e Maserati hanno determinato una incertezza sul futuro a cui si è aggiunta una riduzione dei volumi dell'ultimo trimestre.
Questo ha determinato un impatto occupazionale: a Cassino si concretizza il rischio che i 500 lavoratori, a cui non è stato rinnovato il contratto, a novembre non rientrino, e senza un aumento dei volumi, sono addirittura a rischio cassa ordinaria, come del resto anche i lavoratori di Modena.
Mentre a Melfi la riduzioni dei volumi negli ultimi mesi ha già determinato l’utilizzo di cassa ordinaria.
Le parole dell’amministratore delegato confermano che gli stabilimenti italiani non sono al centro dell’attenzione a Detroit.
La proprietà di FCA ha raggiunto gli obiettivi finanziari di riduzione del debito industriale e si appresta ad azzerarlo, ma il prezzo non lo possono pagare i lavoratori degli stabilimenti italiani, è invece indispensabile trovare le risorse per gli investimenti che servono a rilanciare le produzioni in Italia a partire dalla realizzazione del piano occupazionale con i nuovi modelli Maserati e Alfa entro il 2018 e l’implementazione della gamma con modelli ibridi ed elettrici”.
Lo dichiara in una nota Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil.
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 16 gennaio 2018