"La tutela dell'ambiente e della salute non può in nessun caso essere considerata un costo, rappresenta anzi una risorsa. Riteniamo che una efficace ambientalizzazione possa produrre innovazione nella produzione industriale e al contempo abbattere il danno sanitario per i cittadini e i costi per la salute. Noi abbiamo già prodotto delle osservazioni all’Aia partendo proprio dal fatto che ci voleva la valutazione del danno sanitario preventiva, come stabilito dalla legge regionale 21 del 24 luglio del 2012. Basti pensare che l’Aia precedente era stata fatta sulla base di una valutazione da parte dell’Arpa Puglia, che pur riducendo il danno del 50%, calcolava pari a 12 mila e cinquecento i residenti in prossimità dello stabilimento a rischio di malattie cancerogene. L’Aia deve essere adeguata a ridurre i rischi di inquinamento a tutela anche della salute. E’ inoltre necessaria un'accelerazione nella realizzazione degli investimenti, ad oggi previsti nella seconda parte del piano, per anticipare i tempi dell’ambientalizzazione e per aumentare la capacità produttiva più rapidamente. Infine, non è accettabile che si pensi che le Istituzioni locali (Comuni e Regioni), che tra l’altro hanno la delega alla tutela della salute pubblica e che sono competenti rispetto al benessere del territorio, siano tagliate fuori dalla discussione su una vertenza di così fondamentale importanza, contrariamente a quanto sta accadendo in altri casi". Lo dichiara in una nota Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil.
style="text-align: center;" /><strong>Fiom-Cgil/Ufficio Stampa</strong></p> <p> </p> <p><em>Roma, 26 ottobre 2017</em></p>"