Mercoledì, 27 Novembre 2024

«Nessuno sconto a Mittal i Salari non si toccano» Intervista a Francesca Re David

Francesca Re david

 

 

 

QUOTIDIANO DI PUGLIA TARANTO

 

E' da luglio la nuova leader della Fiom. Francesca Rè David è subentrata a Maurizio Landini in un mese che qui a Tarante riporta al 2012, a quell'estate caldissima per IIva. Corsi e ricorsi storici. È descritta come donna forte, una "pasionaria", a volte anche dura. E con il conflitto - democratico, sia chiaro - come stella polare per affrontare vicende delicate.

 

Vale anche per Ilva, segretaria?

«Penso che le situazioni sociali, gli interessi dei lavoratori, il lavoro del sindacato sia fatto di confronto, di mediazioni tra interessi diversi. Il conflitto è l'unico strumento che noi abbiamo da mettere in campo. Non siamo legati a poteri forti. Il conflitto è uno strumento democratico e i lavoratori possono collettivamente utilizzarlo per spostare il confronto più avanti».

 

Ritiene quindi che la pressione degli scioperi abbia spinto il ministro Calenda a rinviare il vertice?

«Sono convinta che gli scioperi riusciti in un modo così importante abbiano avuto un peso. Soprattutto a Tarante per le dimensioni e per la situazione complessa che vive. Venerdì sera avevamo deciso già per lo sciopero e non era atteso da tutti i soggetti in campo. Ecco perché il conflitto democratico è uno strumento rilevante che da rappresentazione e forza nella trattativa. C'è poi un dato di fatto da ricordare: la procedura articolo 47 è firmata anche dai Commissari straordinari. Non faccio dietrologie ma il loro rapporto è col governo. Immagino siano successe altre cose».

 

Quali?

«Sinceramente non lo so. Quando siamo arrivati al Mise, il ministro Calenda ci ha detto con grande decisione che aveva ricevuto l'azienda e non riteneva accettabile che non si rispettasse il contratto. Una delle condizioni che il governo aveva posto era appunto che i dipendenti arrivassero a diecimila col pieno della retribuzione. Teniamo conto però che si parla di cose che noi non abbiamo mai visto».

 

E' anomalo che il dialogo tra governo e Am InvestCo sia già avvenuto più volte mentre i sindacati stentano a entrare nel vivo della trattativa?

«Il governo ha avuto i suoi contatti, si tratta di un'azienda in amministrazione straordinaria. Il sindacato non sceglie l'impresa, ha a che fare con la controparte che si trova davanti. A noi non interessa chi sia la proprietà, il governo avrà messo i suoi vincoli e noi metteremo i nostri. Pensiamo però che sia necessario l'ingresso di Cassa depositi e prestiti nella cordata. Come succede in altri Paesi d'Europa, il governo deve dare un indirizzo di politica industriale. Avere un proprio strumento di intervento anche con quote nella proprietà è elemento fondamentale».

 

Cdp che faceva parte dell'altra cordata Accial- talia...

«In questo caso ammetterà che è un po' curioso, il governo stava nella cordata che ha perso. Comunque non entriamo negli assetti proprietari ma nulla vieta che Cdp entri nella proprietà. Parliamo di un'azienda strategica, l'Italia è secondo paese produttore e consumatore di acciaio dell'Unione europea. È un mercato interessante ed è interessante entrare in Ilva. È tutto da capire ancora».

 

A proposito di Unione europea: secondo l'azienda, le cancellazioni dei diritti acquisiti rappresentano la discontinuità aziendale per non incorrere in sanzioni dell'Antitrust.

«Ovvio che c'è una diversa soluzione. Per come è strutturata l'industria in questo paese, facciamo tantissimi cambi appalto. Molte aziende provano a utilizzare il Jobs Act per nuovi assunti. Nella stragrandissima maggioranza dei casi facciamo accordi con la nuova società che mantengono i diritti precedenti compreso l'articolo 18. Non si capisce il nesso tra Antitrust e condizioni salariali e contrattuali dei lavoratori. Mi sembra tutto strumentale».

 

Il governo dichiara che i 4mila in esubero non saranno licenziati e lavoreranno alla decontaminazione e bonifica nell'Amministrazione straordinaria. Poi cosa succederà?

«Altro elemento abbastanza folle. La bonifica in carico all'Amministrazione straordinaria ha una data di scadenza. Il governo continua a dire che non ci saranno licenziamenti ma bisogna aggiungere fino al 2023. Non va bene. Se stiamo poi parlando di un piano di rilancio di Ilva, c'è bisogno di tutti i lavoratori».

 

C'è una condizione minima per poter trattare?

«Chi acquisisce deve prendere tutti i dipendenti e poi utilizzare gli ammortizzatori sociali in caso di difficoltà. Nella procedura poi si apre alla possibilità di assunzioni da parte di controllate: se Mittal vuole frammentare il lavoro, si pone un altro ostacolo».

 

Taranto vive lo spauracchio di inaccettabili compromessi da troppi anni: qual è il suo messaggio alla città?

«Il piano ambientale è il primo punto irrinunciabile, un progetto serio che tenga conto di cittadini e lavoratori è il nostro impegno primario su cui costruire una vera alleanza. Molto probabile che ci vedremo presto, verrò a breve a Taranto».

 

A.Pig.

 

13/10/2017

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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