Tutte le dichiarazioni, fino a qualche settimana fa, da parte dell’Inail e del governo secondo le quali in Italia si stava verificando un calo significativo degli infortuni e degli infortuni mortali sono purtroppo smentite dalla dura realtà che vede ogni giorno lavoratori perdere la vita e tanti altri che subiscono menomazioni mentre lavoravano.
Quelle dichiarazioni erano pura propaganda che serviva, utilizzando il dato reale della diminuzione degli infortuni a causa delle minor numero di ore lavorate a causa della crisi, a nascondere l’assenza di un effettivo impegno a far applicare le norme in materia di sicurezza, rafforzando e qualificando le strutture di vigilanza delle Asl e dell’Inail stessa.
Con la timida ripresa, anche nel settore industriale sono ripresi gli infortuni in queste settimane a causa degli aumenti dei carichi lavorativi, dell’aumentata età dei lavoratori, del venir meno delle procedure di sicurezza e dell’utilizzo dei dispositivi di sicurezza.
In Italia, rispetto a una realtà che vede una cultura della prevenzione dai rischi infortunistici e dai rischi per la salute che stenta ad affermarsi e con le violazioni delle norme da parte di un gran numero di imprese, c’è la necessità di avere da una parte impegni concreti del governo a rafforzare il decreto legislativo 81/08, aumentando gli organici degli addetti alla vigilanza, dall’altra che le associazioni datoriali, a cominciare da Federmeccanica, si impegnino effettivamente a richiamare le aziende al rispetto di quanto di positivo in materia di sicurezza sul lavoro è stato sottoscritto nel Ccnl metalmeccanico.
Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil
Maurizio Marcelli, responsabile nazionale Fiom salute e sicurezza
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 10 ottobre 2017