In riferimento al Dpcm approvato nella serata di ieri dal Consiglio dei ministri, con il quale sono state apportate modifiche e integrazioni al piano ambientale del gruppo Ilva, sembra che lo stesso, presentato da Am InvestCo, non sia stato radicalmente modificato accogliendo le osservazioni qualificanti, a partire dalla valutazione del danno sanitario, giunte da Istituzioni locali, Arpa Puglia, Legambiente e Fiom-Cgil. Come Fiom riserviamo di esprimere un giudizio definitivo solo dopo aver esaminato il piano ambientale approvato.
Come più volte ribadito, per la Fiom il risanamento ambientale dell'Ilva di Taranto è un aspetto vincolante per poter raggiungere un accordo sindacale. Su questa base desta preoccupazione che i preposti aziendali e i commissari non abbiano dato seguito alle diffide e alle violazioni segnalate da Ispra e Arpa. Si fa riferimento quindi al rispetto dei termini, compresa la violazione di quanto disposto dal decreto relativamente alla richiesta di autorizzazione e alla classificazione e gestione dei rifiuti, per la quale è dovuta intervenire la Magistratura con il sequestro dell'area parchi “loppa d'altoforno".
Allo stesso modo per la Fiom è vincolante che il piano industriale del Gruppo tenga conto soprattutto delle migliori tecnologie disponibili, diventando quindi innovativo rispetto all'attuale ciclo industriale e che, al contempo, salvaguardi i livelli occupazionali attuali dei diretti e dell'indotto. Diritti e salario per tutti i lavoratori sono punti imprescindibili.
Su queste basi la Fiom si presenterà all'incontro del 9 ottobre prossimo al ministero dello Sviluppo economico.
Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom-Cgil
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 29 settembre 2017