Il ministero dello Sviluppo economico ci ha comunicato questa mattina il rinvio – dal 15 settembre al 9 ottobre –, motivandolo con “la necessità di completare l'iter di approvazione delle norme che consentiranno la corretta esecuzione del piano ambientale, nonché per consentire la preparazione più esauriente possibile di tutta la documentazione necessaria al corretto avvio del confronto tra le parti per il raggiungimento di una intesa”.
Per la Fiom è inaccettabile che a quasi due mesi dall'incontro tenutosi il 20 luglio scorso, come abbiamo già annunciato ieri in conferenza stampa, non sia stata ancora notificata alle organizzazioni sindacali la procedura di cessione del ramo d'azienda – ex art. 47 della legge 428/90 –per l'avvio della trattativa.
Così come è inammissibile che il governo abbia previsto l’approvazione dell’Aia entro il 30 settembre, non avendo ad oggi recepito la direttiva europea (2015/2193) relativa alla “limitazione delle emissione nell'atmosfera di taluni inquinanti originati da impianti di combustione ”.
L'effetto concreto di queste inadempienze è l'ulteriore riduzione del tempo a disposizione per un confronto vero, vista la distanza tra le parti sia sul piano ambientale, che su quello occupazionale e normativo dei dipendenti diretti e dell’indotto.
Come Fiom dichiariamo sin d'ora che se non ci saranno le condizioni per una trattativa vera la responsabilità di un eventuale non accordo e delle conseguenze politiche e sociali ricadranno su governo, Mittal e Commissari.
Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom-Cgil
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 12 settembre 2017