Oggi si celebra la giornata internazionale contro il razzismo, ma purtroppo in Europa la diseguaglianza e l'insicurezza sociale, prodotte dall’austerità e da politiche ingiuste, continuano ad alimentare culture e movimenti reazionari: si moltiplicano razzismi, nazionalismi regressivi, muri, frontiere e fili spinati. Gli stati dell’Unione europea preferiscono proteggere le frontiere piuttosto che le persone.
Anche in Italia donne e uomini migranti sono costretti da leggi restrittive e discriminatorie, come la legge Bossi-Fini, ad accettare condizioni di vita e di lavoro spesso incivili. I bambini, figli di migranti, nati e cresciuti in questo Paese, sono ancora in attesa di una legge di riforma sulla cittadinanza, ferma al Senato da oltre un anno dopo il via libera alla Camera nell'ottobre 2015. Inoltre con il decreto legge Minniti-Orlando e il decreto “sicurezza” si fa un ulteriore passo indietro sul piano dei diritti e della civiltà giuridica del nostro Paese: si rilancia il ruolo dei Centri permanenti per il rimpatrio, nuova denominazione per gli attuali Cie, senza che ne venga modificata la funzione assicurando il pieno rispetto dei diritti delle persone trattenute; si prevede un'unica procedura per le espulsioni, senza alcuna differenza tra chi ha commesso dei crimini e chi è privo del permesso di soggiorno; viene abolito il secondo grado di giudizio per il riconoscimento del diritto d'asilo e il diritto al contraddittorio nell'unico grado di giudizio, violando il diritto di difesa previsto dall'art, 24 della Costituzione.
Dovremmo invece contrastare strategie di “sicurezza” espulsive, che da troppi anni stanno ostacolando, a livello locale, nazionale ed europeo, l’attuazione di vere politiche dei diritti, di accoglienza e di integrazione: le uniche che possono costruire una società in cui i semi di tutti i terrorismi e di tutti i razzismi siano preventivamente sconfitti.
Per queste ragioni è urgente dare vita a una seria e continua mobilitazione.
Ci vuole un progetto di unità europea innovativo e coraggioso, per assicurare a tutti e tutte l’unico futuro vivibile, fondato su democrazia e libertà, diritti e uguaglianza, riconoscimento effettivo della dimensione di genere, giustizia sociale e climatica, dignità delle persone e del lavoro, solidarietà e accoglienza, pace e sostenibilità ambientale.
Il 25 marzo la Fiom parteciperà alla manifestazione promossa da La nostra Europa, prevista per sabato mattina alle ore 10,30, con partenza da piazza Vittorio: in occasione dei sessanta anni dalla firma dei trattati di Roma ci mobiliteremo per cambiare l'Europa, per salvarla dalla disintegrazione, dal disastro sociale e ambientale, dalla regressione autoritaria.
Chiediamo a chi è cosciente del pericolo di mettersi in gioco, di mobilitarsi e di partecipare.
Roberta Turi, responsabile ufficio politiche dell'immigrazione Fiom-Cgil