È stata raggiunta oggi l’intesa per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro tra Federmeccanica/Assistal, Fim, Fiom e Uilm, che mette fine a una lunga fase di accordi separati.
Un'ipotesi di accordo che verrà sottoposta domani al giudizio del Comitato centrale della Fiom e che, dopo la riunione degli organismi unitari convocata il primo dicembre, verrà illustrata nelle assemblee nei luoghi di lavoro e, infine, sottoposta al referendum vincolante tra tutte le lavoratrici e i lavoratori interessati, attraverso un percorso per la prima volta sottoscritto anche da Federmeccanica.
Questo è il primo atto che porterà, nei tempi previsti per la stesura del testo contrattuale, alla definizione delle regole democratiche e delle altre parti demandate dal Testo Unico sulla Rappresentanza alla contrattazione di categoria.
Inoltre, nel nuovo regolamento per le Rsu viene riconosciuto il diritto ai lavoratori a votare sugli accordi aziendali, anche su richiesta di una sola organizzazione sindacale o del 30% dei lavoratori, cosa da sempre nella storia della Fiom ma mai fino ad ora diritto esigibile.
In particolare, l’ipotesi di accordo sottoscritta oggi prevede:
una nuova normativa sulla formazione continua come diritto individuale, con 24 ore e 300 euro per ogni lavoratore nel triennio contrattuale;
il rafforzamento del ruolo delle Rsu nella contrattazione dell’orario flessibile;
l’avvio della sperimentazione per un nuovo sistema di inquadramento;
la sanità integrativa al sistema pubblico, con 156 euro annui a totale carico delle aziende, allargata ai lavoratori a tempo determinato, in mobilità e ai familiari;
un innalzamento del contributo per la previdenza integrativa a carico dell’azienda;
l’introduzione, anche nel Ccnl, di una quota di aumenti defiscalizzati attraverso il welfare, come elemento aggiuntivo alla difesa del potere d’acquisto per un totale di 450 euro nel triennio;
una struttura sperimentale sul salario con la rivalutazione annua dei minimi - con erogazione dal mese di giugno - sulla base dell’inflazione reale, mentre il salario derivante dalla contrattazione aziendale futura e da elementi individuali assume carattere di variabilità piena, diventando nelle parti fisse assorbibile dagli aumenti nazionali sui minimi, tranne che per gli elementi collegati alla prestazione (turni, indennità, straordinario ecc.) o se dichiarato espressamente "non assorbibile";
il totale di tutto questo porta ad un aumento salariale nel triennio prevedibile, derivante dall'inflazione, pari a 51,7 euro mensili, al quale vanno aggiunti 7,69 euro di aumento sulla previdenza, 12 sulla sanità, 13,6 di welfare, per un totale di 85 euro mensili che arrivano a 92,68 con la quota per il diritto alla formazione continua;
una una tantum di 80 euro erogata a marzo 2017.
La delegazione della Fiom dà un giudizio positivo sull’intesa raggiunta, che non presenta alcun tipo di scambio improprio, allarga diritti, va oltre l’inflazione nel suo costo complessivo, struttura il percorso democratico nel Contratto nazionale, richiesta da sempre centrale per la nostra Organizzazione.
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 26 novembre 2016