Nel corso dell'incontro tenuto in azienda il 3 novembre scorso con le segreterie territoriali di Fim, Fiom, Uilm e Ugl, la direzione aziendale ha tra l'altro annunciato l’intenzione di introdurre pause collettive a far data dal 14 novembre.

Le organizzazioni sindacali si sono riservate una valutazione, anche in considerazione dell'assenza alla riunione delle Rsu, già decadute.

Il 4 novembre l'Azienda affigge il comunicato in bacheca da cui si evince con chiarezza che le pause saranno di 9 minuti; che le stesse vengono definite

specificamente “fisiologiche”; che saranno possibili ulteriori “esigenze fisiologiche improcastinabili” solo “previa autorizzazione del proprio responsabile” e che le modalità di fruizione saranno comunicate in seguito.

Oggi le organizzazioni sindacali, contestando il metodo adottato, hanno formalmente chiesto alla direzione aziendale di “sospendere l'applicazione di detto sistema di pause fino all'elezione delle nuove Rsu dello stabilimento di Rivoli” per favorire il necessario confronto, affinché su un tema così importante e delicato si possa arrivare a una proposta congiunta condivisa democraticamente dai lavoratori.

Nelle motivazioni alla base del provvedimento l'azienda richiama esigenze di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Per queste ragioni non è possibile fare a meno del confronto di merito con chi li rappresenta e di una soluzione condivisa.

Vogliamo essere, però, chiari su un aspetto che tanto clamore sta generando nel dibattito pubblico: una cosa è un confronto sulle pause collettive, in cui definire, ad esempio, la loro entità, la collocazione nell'orario giornaliero, l'adeguamento delle strutture per evitare sovraffollamenti ai bagni come ai punti ristoro; un'altra è la limitazione (impossibile, illegittima e ridicola solo a pensarla) delle esigenze fisiologiche delle persone, il cui espletamento non può essere sottoposto in alcun modo a preventiva autorizzazione del responsabile aziendale di turno.

Fim, Fiom, Uilm, Ugl Torino