Domenica, 22 Dicembre 2024

La sicurezza dei pozzi petroliferi del nostro paese

L’Eni, la principale società petrolifera del nostro paese, ha sempre manifestato il suo forte impegno sulla sicurezza delle persone. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le iniziative dell’Eni di sensibilizzazione sulle tematiche di sicurezza e ambiente nei luoghi di lavoro.

I risultati pubblicizzati dall’Eni, in termini numerici, sembrano confortare l’impegno profuso.

D’altra parte la politica dell’Eni concorda con la sensibilità crescente dell’opinione pubblica nei confronti dei temi legati all’ambiente e alla sicurezza delle persone.

Ognuno di noi comprende la portata dei disastri nel settore delle estrazioni petrolifere. Tutti sanno che le attività petrolifere generano problematiche anche con i migliori standard. Chi comprerebbe un vino prodotto vicino ad una raffineria? Chi mangerebbe ortaggi coltivati a ridosso degli impianti petroliferi?

In tutta sincerità dobbiamo ammettere che le attività petrolifere possono trasformare tanto la natura di un territorio e incidere sullo sviluppo economico e sociale di una popolazione.

La normativa italiana, anche nelle attività di estrazione petrolifera, affida in particolare a due soggetti le responsabilità più onerose in materia di salute e sicurezza sul lavoro in cantiere. Questi due soggetti prendono il nome di DIRETTORE RESPONSABILE e SORVEGLIANTE.

In un impianto di perforazione petrolifera, a mare come a terra, il DIRETTORE RESPONSABILE e il SORVEGLIANTE sono figure alle quali il Titolare della concessione mineraria affida l’incarico di garantire il rispetto di tutte le norme di sicurezza e di tutela della salute dei lavoratori. Stiamo parlando delle persone che lo Stato italiano vuole a garanzia del rispetto della normativa di sicurezza nei cantieri di perforazione petrolifera.

Sappiamo che le attività di estrazione petrolifera sono attività complesse, pericolose e con grave potenziale impatto sulle persone e sull’ambiente. Non a caso i DIRETTORI RESPONSABILI e i SORVEGLIANTI devono essere persone in possesso di capacità e competenze di alta e specifica formazione. Capacità e competenze che si acquisiscono soltanto con molti anni di esperienza sul campo e con aggiornamenti professionali continui. Infatti non sono molti in Italia che possono vantare questi requisiti.

Ebbene, sembra che da circa quindici anni, nei propri cantieri di perforazione, l’Eni assegni anche a società terze l’onere di fornire tali fondamentali figure.

Questa pratica comporta che società diverse di volta in volta gareggino per l’assegnazione del servizio con conseguenze che possono risultare pesanti per i lavoratori che assumono gli incarichi di DIRETTORE RESPONSABILE e SORVEGLIANTE. Nel corso degli anni, infatti, le società che hanno fornito all’Eni i DIRETTORI RESPONSABILI e i SORVEGLIANTI a volte sono cambiate ma una buona parte dei tecnici più qualificati sono rimasti gli stessi. All’interno di uno schema (l’attuale logica degli appalti) costretto dalla necessità di ridurre sempre di più i costi, le figure cui lo Stato italiano assegna la responsabilità della sicurezza nelle attività petrolifere, sembrano di fatto pagate dall’Eni stessa tramite queste società di servizio di cui formalmente sono dipendenti, questo sebbene il servizio sia naturalmente   regolato da un contratto tra il committente e l’erogatore del servizio stesso.

Inoltre la politica voluta dall'Eni di “esternalizzare” queste figure responsabili della sicurezza nei propri cantieri di perforazione, non solo pare comportare per DIRETTORI RESPONSABILI e SORVEGLIANTI un progressivo peggioramento delle condizioni retributive e contrattuali ma, cosa ancora più grave, a nostro giudizio rischia di indebolire molto l’indipendenza e l’autorevolezza di DIRETTORI RESPONSABILI e SORVEGLIANTI fino a compromettere la loro libertà di azione e l’efficacia nello svolgimento del proprio incarico.

Spesso questi lavoratori, oltre a dover gestire lo stress che naturalmente sussiste per la tipologia degli incarichi assunti, sono costretti a subire l’assenza di continuità nel rapporto di lavoro, condizioni economiche sempre diverse, disparità di diritti contrattuali rispetto ai lavoratori dell’Eni e, ultimamente, come riferiscono alcuni lavoratori, processi di selezione dei DIRETTORI RESPONSABILI e dei SORVEGLIANTI a volte poco limpidi e non in linea con i requisiti di esperienza e competenza specifici.

Allora ci chiediamo se tutto ciò sia a favore di sicurezza e rappresenti davvero la “massima sicurezza tecnologicamente possibile” nelle attività estrattive dell’Eni.

Ci chiediamo anche come si possa garantire meglio il rispetto delle norme di sicurezza, rendendo per esempio più trasparente il criterio di scelta dei DIRETTORI RESPONSABILI e dei SORVEGLIANTI.

Chi decide sull’allontanamento da un impianto di un DIRETTORE RESPONSABILE o di un  SORVEGLIANTE?

Quali sono i criteri con i quali Eni sceglie un DIRETTORE RESPONSABILE o un  SORVEGLIANTE?

E’ giusto che le figure di garanzia a salvaguardia dei siti di interesse nazionale diventino un servizio come un altro che la stessa Eni paga alle società private aggiudicatrici?

Chi garantisce allo Stato che DIRETTORI RESPONSABILI e SORVEGLIANTI possano esercitare il loro ruolo in maniera totalmente indipendente?

In Val d’Agri, nel sito di estrazione petrolifera più importante del paese, da circa un anno a questa parte sembrerebbe in atto, a giudicare da quello che riferiscono alcuni lavoratori, la sostituzione di diversi DIRETTORI RESPONSABILI e SORVEGLIANTI con maggiore esperienza nel settore della perforazione petrolifera con personale meno esperto nello stesso settore. Un’operazione che non sembra tanto seguire le logiche di professionalità e di meritocrazia quanto piuttosto dinamiche lontane dalla migliore sicurezza sul lavoro e più vicine a quelle di una politica da cui vorremmo allontanarci per sempre.

Noi pensiamo che le risorse petrolifere siano patrimonio dello Stato e bene della collettività e che i cittadini italiani, i veri detentori delle risorse petrolifere, dovrebbero conoscere chi è responsabile anche della loro salute. 

Infine ci chiediamo perché l’Autorità nazionale per la sicurezza nelle attività minerarie accetta questo stato di cose senza imporre all’Eni condizioni specifiche per la gestione dei DIRETTORI RESPONSABILI e SORVEGLIANTI.

A nostro avviso le esigenze di profitto delle aziende private non dovrebbero condizionare la gestione della sicurezza nelle attività di estrazione petrolifera e non dovrebbero essere più importanti della tutela di tutta la collettività e di quella dell’ambiente.

Altrimenti si potrebbe pensare che i siti di estrazione petrolifera non siano così sicuri come viene sbandierato da chi ha tutto l’interesse a farne profitto privato.

E, d’altra parte, se anche i principali soggetti responsabili in cantiere non sono messi nelle condizioni di svolgere i propri incarichi con la necessaria indipendenza e libertà di azione, come possiamo affermare che le attività di estrazione petrolifera siano davvero sicure? 

 

Giovanni Lozzi

Stefano Altamura

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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