Oggi l'amministratore delegato di Fca incontra i sindacati firmatari del contratto specifico per illustrare loro le prospettive e la situazione del gruppo escludendo ancora una volta la Fiom-Cgil, nonostante le nostre ripetute richieste. Fca sceglie di non incontrare la Fiom e così di non guardare in faccia la realtà dei reali problemi produttivi che i lavoratori vivono negli stabilimenti e che hanno espresso in questi mesi in decine di assemblee e con le elezioni per i Rappresentanti alla salute e alla sicurezza, in cui la Fiom è risultata l'organizzazione ampiamente maggioritaria.
Dalla Sata di Melfi alla Sevel di Atessa, negli stabilimenti d'assemblaggio, la turnistica, il salario e l'organizzazione del lavoro non sono oggetto di un vero confronto con i lavoratori; a questi problemi negli stabilimenti di Mirafiori, Grugliasco, Modena, Cassino e Pomigliano si aggiungono le incertezze sui nuovi prodotti e per l'occupazione visto che i modelli attualmente in produzione o in via di lancio non garantiscono a tutti il rientro al lavoro. I piani industriali cambiano di anno in anno e man mano svaniscono nuovi modelli promessi. Mentre è scomparso l'obiettivo dei 7 milioni di veicoli prodotti, gli obiettivi finanziari sono stati rivisti al rialzo. Tutto questo ricade sui lavoratori cui si chiede sempre di più: con il taglio dei 10 minuti di pausa, la refezione a fine turno, l'aumento delle saturazioni, la paga oraria più bassa dei colleghi metalmeccanici a cui si applica il Contratto nazionale.
Negli stabilimenti dove ancora si ricorre agli ammortizzatori sociali – da Mirafiori a Grugliasco a Cassino a Pomigliano – spesso non è garantita un'equa rotazione a parità di mansione. Inoltre la scadenza degli ammortizzatori imporrebbe la necessità di un tavolo unitario per cercare le soluzioni negoziate, considerate anche le modifiche di legge nel frattempo intervenute. Infine, l'incertezza produttiva e gli effetti del “dieselgate” hanno effetti negativi anche sugli stabilimenti dove si producono motori e cambi come Cento, Termoli e Pratola Serra.
Non incontrando la Fiom l'azienda sceglie di non informare e discutere con tutte le organizzazioni sindacali, eludendo un confronto utile per cercare e trovare soluzioni negoziali. Ma non rispondere alla domanda di confronto della Fiom è una scelta che non cancella i problemi. Sui quali la Fiom continuerà a discutere e a confrontarsi con i lavoratori: anche oggi, con una campagna d'informazione ai cancelli degli stabilimenti Fca, in corrispondenza con l'incontro tra l'azienda e sindacati cui non potrà portare il punto di vista dei lavoratori, la loro preoccupazione per il futuro degli stabilimenti e i veri problemi del lavoro in Fca.
Michele De Palma, responsabile settore auto Fiom-Cgil
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 16 marzo 2016