Si è tenuto oggi l'incontro fra il coordinamento Fim, Fiom e Uilm, le segreterie provinciali e i coordinatori nazionali di Kme con la direzione aziendale. Nel corso dell'incontro l'azienda ha riproposto lo stato della trattativa con possibili partner industriali senza aggiungere altro a quanto già è apparso sulla stampa se non l'ennesimo allungamento dei tempi che determina sempre di più incertezza e preoccupazione fra i lavoratori ma, cosa ancora più grave, l'azienda ha dichiarato che c'è la possibilità, in caso di saturazione dei laminatoi, della non riaccensione del forno verticale Asarco - ad oggi fermo per un incidente dovuto alla assoluta mancanza di manutenzione - con conseguente spostamento delle produzioni fusorie in Germania.
Per Mauro Faticanti, coordinatore nazionale per Kme, "come Fiom siamo assolutamente contrari a questa ipotesi come lo eravamo nella trattativa del 2013, ora come allora diciamo che senza il forno fusorio, il più grande d'Europa, non solo si determinano esuberi nell'ambito della fonderia rame, ma tutto il sito di Fornaci di Barga, oltre 600 persone, è assolutamente a rischio visto che dovrebbe laminare billette provenienti da oltre 1.000 km di distanza".
"Oltretutto - continua - questa proposta lede l'accordo dell'aprile 2013, recentemente prorogato, dove espressamente non solo si manteneva il forno acceso e si determinava un'aggiunta di produzione fusoria di 14.000 tonnellate, ma si vietava esplicitamente la possibilità di portare fuori dal paese produzioni italiane."
"A questo punto - conclude Faticanti - come Fiom ci rivolgeremo ai lavoratori per condividere con loro le nostre preoccupazioni e decidere insieme le azioni da mettere in campo."
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 4 marzo 2016