Fca ha comunicato oggi ai sindacati firmatari del “contratto Fiat” - escludendo la Fiom – il bonus che con la busta paga di febbraio erogherà ai propri dipendenti: si tratta dell'”elemento retributivo per efficienza” che insieme “all'elemento retributivo per obiettivi Piano industriale 2015 – 2018” sostituiscono nel contratto specifico gli aumenti fissi in paga base.
Si tratta di un'erogazione fortemente variabile. Infatti l'azienda comunica che in media i dipendenti di Fca riceveranno 990 euro, quelli di Cnhi di 825 euro. Si tratta, appunto, di medie e non di quanto ciascun lavoratore percepirà perché “l'elemento retributivo” varia da stabilimento a stabilimento, in base ai parametri del Wcm, e i siti che si piazzano sotto il terzo posto (“medaglia di bronzo”) non percepiranno nulla. A questo si aggiunga che il bonus varierà sulla base delle fasce professionali e penalizzerà i lavoratori messi in Cassa integrazione alcuni dei quali rischia di non percepire nulla.
La Fiom ha più volte chiesto alla direzione del gruppo un aumento sui minimi tabellari per garantire ai lavoratori “ex-Fiat” una “paga base” uguale agli altri metalmeccanici cui si applica il Contratto nazionale. Questo perché il mancato aumento dei minimi tabellari ha determinato una perdita per i lavoratori di Fca e Cnhi di circa 75 euro lordi al mese pari a 975 e penalizza i lavoratori perché la retribuzione del premio non incide sugli istituti contrattuali o di legge (ferie, permessi, tredicesima, Tfr, ecc). Va ricordato che nei grandi gruppi industriali i premi aziendali sono aggiuntivi agli aumenti in paga base.
Per questo la Fiom insiste perché si apra un confronto tra l'azienda e tutte le organizzazioni sindacali sia a livello nazionale che di stabilimento. I lavoratori di Fca e Cnhi hanno bisogno di un tavolo negoziale unitario che parta dal riconoscimento degli aumenti salariali in paga base, anche perché il rinvio del lancio dei nuovi modelli e il perdurare della Cassa integrazione in alcuni stabilimenti inciderà negativamente sul premio, mentre il taglio delle pause, l'aumento dei carichi, dei ritmi e delle saturazioni garantisce all'azienda di risparmiare sul costo del lavoro.
Michele De Palma, responsabile automotive Fiom-Cgil
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 3 febbraio 2016