Nei giorni scorsi è stato sottoscritto un accordo sindacale per la ricollocazione dei 63 lavoratori della Sudelettra, società appaltatrice dell’Eni, che ha perso la commessa per la quale svolgeva lavorazioni nell’indotto del polo petrolifero della Val d'Agri.
Per effetto dell’accordo di sito del 2012, sottoscritto anche dall’Eni, i lavoratori sono stati assunti ex novo dalle tre aziende che si sono aggiudicate l’appalto. La trattativa sindacale con le aziende aggiudicatarie ha portato alla sottoscrizione di un accordo che elimina tutte le prescrizioni negative contenute nel jobs act. In particolare, viene salvaguardato l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, riconosciuta l’anzianità maturata e la struttura salariale pregressa di miglior favore e il mantenimento delle mansioni acquisite. Inoltre, sono stati stabilizzati 5 lavoratori, precedentemente occupati con contratto a tempo determinato, alle stesse condizioni degli altri.
Ciò è stato reso possibile grazie alla determinazione dei lavoratori, che hanno sostenuto in maniera convinta le posizioni sindacali, ed alla scelta responsabile delle aziende aggiudicatarie che hanno deciso di valorizzare le professionalità dei lavoratori quale leva fondamentale della competitività nel settore, riconoscendo la fondatezza delle loro richieste.
Per Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom, ed Emanuele De Nicola, del coordinamento regionale della Fiom Basilicata, “questo accordo dimostra che è possibile affermare una strategia contrattuale che, facendo leva sulla professionalità e sul buon lavoro, smentisce e rifiuta le prescrizioni negative del jobs act. Il fatto che sia stato sottoscritto in una realtà industriale del Mezzogiorno conferma quanto andiamo sostenendo circa le reali motivazioni del divario tra Nord e Sud del paese e rappresenta senza ombra di dubbio un atto in controtendenza rispetto alle posizioni di chi, Governo e Confindustria in testa, sostiene la via dello scambio tra lavoro e diritti”.
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 3 novembre 2015