Giovedì, 26 Dicembre 2024

Nca Carrara dichiara 40 esuberi

Martedì 8 settembre si è svolto un incontro presso il Ministero per lo sviluppo economico sullo stato di tensione creatosi tra lavoratroi e azienda dopo il passaggio di proprietà del Cantiere Navale di Marina di Carrara; al confronto erano presenti oltre i rappresentanti ministeriali e Invitalia, le istituzioni territoriali, la regione Toscana e i sindacati

Come Fiom abbiamo denunciato come l’azienda da tempo abbia atteggiamenti ostili al dialogo e al rispetto dei lavoratori, abbiamo ricordato la drammatica denuncia espressa in consiglio comunale a Carrara dalla madre di un lavoratore sordomuto costretto a frequentare corsi di inglese, o di un lavoratore non vedente adibito alla portineria, tutte drammatiche verità che accadono dentro a Nca da quando il cantiere è passato di mano.

Abbiamo in oltre denunciato il perdurare della situazione di confino in cui Nca detiene oggi una ventina di lavoratori che invece dovevano essere reinseriti nella produzione, denunciando con chiarezza davanti ai rappresentanti ministeriali e a Invitalia, il non rispetto degli accordi presi dalla proprietà con il territorio al momento del proprio insediamento.

Oltre a ciò abbiamo evidenziato che l’azienda in questi mesi non ha ottemperato alla reintegra di un lavoratore licenziato ingiustamente, dimostrando anche in questo caso la scarsa propensione al rispetto delle regole democratiche.

Da parte loro anche le Istituzioni presenti hanno supportato le denunce espresse, atto per altro fortemente evidenziato dal documento redatto dal consiglio comunale straordinario del 22-07-2015, che richiama l’azienda a rimuovere le vessazioni nei confronti dei lavoratori.

Purtroppo ancora una volta abbiamo assistito all’atteggiamento di spregiudicata arroganza aziendale, in cui di fronte ai fatti esposti ha messo sul tavolo, non la volontà di dialogo o ravvedimento delle proprie azioni, ma bensì la dichiarazione di 40 esuberi tra i lavoratori, dichiarando che per vincoli contrattuali di due anni oggi non può licenziarli, ma che scaduti tali vincoli lo farà, dimostrando ancora una volta di aver acquistato il cantiere offrendo non 146 posti di lavoro ma bensì 65/70 posti di lavoro, atto che di fatto la poneva al pari di altre manifestazioni di interesse non approfondite - per il numero inferiore di occupati proposti, - che a oggi probabilmente dovremmo considerare più serie di quanto rappresentato dall’attuale proprietà, considerazione per altro fortemente stigmatizzata dal sindaco Zubbani al quale va il nostro riconoscimento per i contenuti puntuali del suo intervento.

Come organizzazioni sindacali, dopo tali dichiarazioni abbiamo ribadito all’azienda la nostra disponibilità ad aprire un tavolo di confronto serio per ragionare delle eventuali difficoltà legate al mercato, affermando al contempo che per tornare a un dialogo democratico e costruttivo devono essere rimossi tutti gli atteggiamenti ostativi messi in campo dall’azienda, giudicando in primis ostativo al dialogo il non superamento del confino per i 20 lavoratori tenuti in un capannone in disuso nell’area ex Farmoplant.

L'incontro si è concluso con una riconvocazione per il prossimo 22 settembre cui ci presenteremo con la volontà di riportare serenità nel cantiere; ma sin da subito precisiamo che nessun dialogo sarà possibile se prima l'azienda non manderà messaggi distensivi cambiando il proprio atteggiamento.

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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