Lunedì, 23 Dicembre 2024

Ferrari tutela più gli investitori che i lavoratori. I dividendi più importanti dei diritti

Apprendo dalla stampa che nei documenti prodotti dalla FIAT-Chrysler per le autorità USA in vista della quotazione alla Borsa di New York sono inseriti elementi che tutelano maggiormente gli investitori a discapito dei lavoratori. Tali notizie confermerebbero il predominio della finanza sul lavoro. Nella notizia stampa viene tratteggiato un disegno per cui tutte le azioni aziendali puntano all’aumento dei dividendi degli azionisti, arrivando addirittura a prevedere la possibilità di spostare le produzioni di Ferrari in località alternative a Maranello. Leggo infatti che, in caso di inflazione salariale e di agitazioni sindacali, la Ferrari potrà prevedere la possibilità di cercare luoghi di produzione alternativi.

Questo confermerebbe la volontà di cancellare i contratti collettivi, proseguendo la strada intrapresa negli ultimi anni di fare richieste sempre più pressanti per avere norme legislative sul lavoro più funzionali al mercato con relativa riduzione dei diritti dei lavoratori, comprendendo norme orientate alla eliminazione del diritto allo sciopero.
Mettere sullo stesso piano i disastri naturali come terremoti, incendi, inondazioni, uragani, guerre, attacchi terroristici e pandemie alle agitazioni sindacali e all’aumento della buste paga dei lavoratori  conferma che la visione strategica di Marchionne non è quella di un industriale, ma piuttosto quella di un navigato finanziere che costruisce il suo compenso non sulla qualità del prodotto realizzato, ma sul mero riscontro economico in Borsa e sull’impatto delle azioni che sono nel suo portafoglio attraverso le stock option possedute.

Ricordo a tutti, Marchionne compreso, che in Italia vige ancora una Costituzione che prevede all’articolo 41 dove è scritto che l’iniziativa economica privata è libera, ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Ravvedo nelle notizie lette tanti elementi che vanno in netto contrasto con tale previsione Costituzionale.

Leggendo le intenzioni per ottenere la quotazione in Borsa ho la conferma che l’idea contrattuale insita nelle notizie di stampa è in continuità con la logica con cui FIAT e le altre organizzazioni sindacali hanno sottoscritto negli ultimi anni i CCSL, e cioè di totale subalternità al mercato dove i lavoratori ed i propri diritti sono un ostacolo per la crescita dei profitti aziendali in quanto ritenuti costi e non risorse.

Alla luce di queste valutazioni si impone al Governo italiano ed alle Istituzioni locali una presa di posizione che tolga qualsiasi ambiguità sulla permanenza della Ferrari a Maranello. E’ paradossale che il 21 Luglio, a fronte di un’interpellanza da parte di un Assessore sui rischi di delocalizzazione basati sulle dichiarazioni di Marchionne di spostamento della sede legale e fiscale in Olanda, il Sindaco di Maranello ha teso a minimizzare escludendo qualsiasi possibilità di delocalizzazioni della produzione in altre parti del pianeta, e solo due giorni dopo gli organi di stampa rendono noto un documento che descrive scelte aziendali che potrebbero andare in tutt’altra direzione. Chiedo al sindaco di Maranello se alla luce di queste novità è ancora così certo e tranquillo come martedì scorso in Consiglio comunale.

Nel mese di Settembre la Fiom è intenzionata ad organizzare un’assemblea pubblica invitando tutti i soggetti istituzionali coinvolti, a partire dai parlamentari modenesi, per discutere del futuro produttivo a Modena di Ferrari, ma anche di Maserati, due prestigiosi marchi storici che sono cresciuti soprattutto per il contributo dei lavoratori e del territorio arrivando a prevedere addirittura modifiche urbanistiche per le esigenze della crescita aziedale come nel caso della Ferrari a Maranello.

 

Cesare Pizzolla, Segretario Generale Fiom CGIL Modena

 

Modena, 27 Luglio 2015

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La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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