Si è insediato ieri al ministero dello Sviluppo economico un tavolo di confronto sulle prospettive del settore termomeccanico veneto.
Le difficoltà in cui versano le principali aziende (Riello, Ferroli, Sime) sono state al centro di una prima valutazione cui hanno partecipato, oltre ai dirigenti del miSe, i rappresentanti nazionali e territoriali di Fim, Fiom e Uilm e i delegati di fabbrica.
Dall'incontro è emerso un primo importante elemento di valutazione comune e cioè che la prospettiva possibile va individuata nella direzione di costituire un polo, una filiera della termomeccanica tra imprese che, pur presentando una diversa situazione di partenza, sono accomunate da una forte sofferenza finanziaria, ma anche da una potenzialità produttiva testimoniata da ordinativi attualmente fermi in ragione di una perdurante stretta creditizia. Si tratta quindi di indicare una scelta di politica industriale credibile ed allo stesso tempo di individuare strumenti e soggetti in grado di finanziarla e di fornire certezze di lungo periodo.
Il miSe ha confermato che tra luglio e settembre si concluderà l'iter di costituzione della società a sostegno dei processi di risanamento e ristrutturazione delle imprese che potrebbe avere un fondo di dotazione tra 1 e 1,5 milioni di euro e a cui parteciperà con una quota di minoranza anche la Cassa depositi e prestiti.
La condivisione di uno scenario di prospettiva si scontra però con le drammatiche urgenze del presente. Fim, Fiom, Uilm e le Rsu hanno infatti sottolineato come la situazione diventi ogni giorno più insostenibile per i lavoratori sui quali si scarica tutto il peso di scelte inaccettabili della riduzione dei salari operata con la disdetta di tutta la contrattazione aziendale prima e con la difficoltà persino ad erogare le spettanze arretrate poi.
Per queste ragioni Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto una riconvocazione del tavolo ministeriale in tempi rapidissimi alla presenza anche delle aziende per appurare se, oltre ad una disponibilità sulla prospettiva, esista anche la possibilità di ripristinare una condizione di sostenibilità salariale, di sostegno al reddito nella fase di transizione.
Oltre alla disponibilità del miSe va sottolineata quella delle istituzioni regionali e locali e dei parlamentari a cui Fim, Fiom e Uilm chiedono di intensificare gli sforzi perché per la prossima settimana si riconvochi il tavolo ministeriale e si cominci a ricercare, con le imprese principalmente interessate, una soluzione per l'immediato e per le prospettive del settore della termomeccanica veneto.
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 8 maggio 2015