Monitorare i lavoratori a distanza. Con gps, sensori e smart card. Nella riforma di Renzi è prevista anche questa possibilità. Ma la materia è spinosissimaa e lo steso governo non ha ancora fatto di decreti per renderla concreta
L’ultimo caso è scoppiato poche settimane fa in Telecom Italia. Dove i lavoratori dei call center, a larga maggioranza, hanno bocciato un accordo firmato da azienda e sindacati sul trattamento dei dati personali, al grido di “No al Grande Fratello”. In realtà il nome in codice era più benevolo: “cloud delle competenze”. Se lo avessero accettato, nella nuvoletta sarebbero finiti, perfettamente visibili in tempo reale da una sala di regia, i dati di tutte le loro prestazioni, minuto per minuto. La durata delle telefonate di A, il numero dei contatti di B. Obiettivo dell’azienda: gestire meglio i flussi, far fruttare al massimo ogni telefonata, intervenire sui punti deboli. Con alcuni paletti messi dai sindacati: nessun dato preso da quella nuvoletta poteva essere usato per prendere provvedimenti disciplinari o economici (richiami, o premi di produzione o altro). E nessun nome vicino alla trascrizione in testo, anche questa automatica, del contenuto delle telefonate. Ma i paletti non hanno rassicurato affatto gli impiegati dei call center Telecom, che hanno respinto l’accordo sconfessando i sindacati (tutti, dalla Cgil all’Ugl), e deludendo l’azienda che per tutta risposta ha deciso di scorporare i call center con tutti i loro novemila recalcitranti addetti.
Fonte: l'Espresso