Venerdì, 29 Novembre 2024

Fincantieri, tra nuovi scioperi e un "vecchio" Bono. La vertenza alla Camera

Dopo la sospensione del confronto tra azienda e sindacati sul rinnovo del contratto aziendale, la ripresa delle trattative è prevista per l'11 maggio. Nel frattempo sulle buste paga dei lavoratori si ripercuote il rifiuto di Fincantieri di prorogare l'integrativo scaduto: una settantina di euro in meno oltre alla scomparsa della prima tranche del premio di programma.

Intanto nei cantieri si continua a scioperare e alle 12 ore di astensione dal lavoro proclamate a livello nazionale se ne sono aggiunte già altre 6. Nei giorni scorsi si sono fermati gli stabilimenti di Palermo (dove è in corso anche un presidio legato all'incertezza sul futuro dei bacini), Ancona, Monfalcone, Riva Trigoso, Sestri e all'Isotta Fraschini di Bari. Domani, 29 aprile, scioperano Castellamare di Stabia, Marghera e nuovamente i cantieri della Liguria. “ Tutti gli scioperi – sottolinea Bruno Papignani, coordinatore per la cantieristica per la Fiom-Cgil – sono unitari e riscontrano una grande partecipazione dei lavoratori che oltre al mancato rinnovo del contratto si trovano a fare i conti con la disdetta dell'integrativo precedente, una decisione di dubbia legittimità che suona come un ricatto in funzione delle trattative in corso”.

Papignani, oltre a fare il punto sulla vertenza ha così commentato le dichiarazioni rilasciate ieri dall'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, in occasione dell'assemblea degli azionisti del gruppo: “Vedo che l'Ad dichiara di avere un ottimo rapporto con i vertici della Cgil e di parlare spesso con la segretaria Susanna Camusso. Non metto in dubbio la cosa, ma dubito che la segretaria della Cgil sia d'accordo con la conduzione del confronto da parte di un'azienda che mentre accusa i sindacati di avere atteggiamenti da anni '70  manda a trattare dirigenti che si comportano come negli anni '50. Da parte della Fiom non c'è mai stata alcuna preclusione a un accordo, come testimoniano la piattaforma e i nostri comportamenti al tavolo negoziale, ma di fronte ci siamo trovati una controparte che ha sempre e solo ripetuto un unico ritornello: i lavoratori devono lavorare di più e guadagnare di meno. Da parte nostra abbiamo proposto soluzioni tutte tese ad affrontare la competizione mondiale cui fa sempre riferimento l'Amministratore delegato garantendo i diritti e le condizioni dei lavoratori, a migliorare la produttività in un quadro di legalità. In particolare sul sistema degli appalti abbiamo proposto soluzioni che per via contrattuale affrontino e risolvano le tanti violazioni di legge che oggi caratterizzano la vita dei cantieri navali. E sul fronte occupazionale – che in questi anni ha visto un saldo negativo di 1.500 unità – abbiamo chiesto d'affrontare quest'emergenza riportando le lavorazioni in Fincantieri per garantire il futuro industriale del gruppo, mentre Bono nelle sue dichiarazioni di oggi parla di nuove esternalizzazioni riferendosi alle lavorazioni sullo scafo, cosa che comporterebbe la fine di Fincatieri come realtà industriale”.

Queste posizioni saranno portate dal sindacato domani a conoscenza della Commissione lavoro della Camera.

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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