Fabrizio Potetti, coordinatore Fiom-Cgil del gruppo Agile (ex Eutelia), ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.
Nel processo che si svolge al Tribunale di Arezzo contro la famiglia Landi accusata del crack Eutelia, il pubblico ministero Roberto Rossi ha chiesto la condanna per tutti gli imputati per i reati di appropriazione indebita, frode fiscale, associazione per delinquere e bancarotta fraudolenta.
Secondo l’accusa l’obiettivo di questi personaggi, provato dalle relazioni della Guardia di finanza e dei commissari giudiziali, era l'espoliazione e il drenaggio doloso di denaro, con la complicitàdi fantomatiche aziende operanti in Romania, Lussemburgo e a Londra, al fine di portare allo svuotamento progressivo delle casse di Eutelia attraverso fatture false e finti investimenti esteri, per un ammontare di circa 100 milioni, operazioni poste in essere dal 2006 al 2010. Tutto questo denaro proveniente dalle casse Eutelia è transitato, e verosimilmente si trova ancora oggi, in conti esteri e svizzeri (come emerge dalla rogatoria estera effettuata). Conti intestati ai Landi o a prestanomi.
Per questi reati il pm ha chiesto la condanna a 8 anni per Samuele Landi, considerato la mente e il motore di queste illecite attività, e a 4 anni e sei mesi per Angelo e Isacco Landi. Per gli altri protagonisti della vicenda sono state chieste pene variabili dai 2 anni e sei mesi a un anno. Il prossimo 26 marzo ci dovrebbe essere l'udienza conclusiva del processo e quindi la sentenza.
Come Fiom-Cgil auspichiamo che in questa sede, dopo quella di Roma, tutti i protagonisti di questa drammatica vicenda che ha colpito migliaia di lavoratrici e lavoratori ancora oggi in gravissima difficoltà, vengano condannati.
Purtroppo questo Tribunale non ha riconosciuto i lavoratori come parte civile nel processo, perché molti fatti sono precedenti o non direttamente collegati all'acquisto delle loro aziende da parte dei Landi, ma sicuramente gli effetti di quello che hanno subìto nasce proprio da queste spregiudicate e dolose condotte.
Infine, c'è ancora una volta da sottolineare la leggerezza con cui a livello istituzionale si è lasciato che soggetti così lontani da un progetto industriale abbiano potuto nel tempo acquisire aziende sane e operanti sul mercato con oltre duemila lavoratrici e lavoratori. Questi sono gli effetti di tanti anni in cui i governi che si sono succeduti hanno puntato a indebolire i diritti dei lavoratori per lasciare mano libera all'impresa e al mercato. Aumentare i controlli, contrastare duramente il falso in bilancio e la falsa fatturazione – motori della corruzione – invece di introdurre soglie di impunibilità e perseguire un'intelligente politica industriale in grado di valutare attentamente le acquisizioni e le aggregazioni tra imprese, sono l'unico modo per governare il mercato ed evitare il ripetersi di operazioni come quella messa in atto dai Landi e non solo.
Come Fiom-Cgil guardiamo inoltre con attenzione al recupero delle somme distratte dall'azienda, finiti su conti esteri, per il riconoscimento concreto del danno subito dai lavoratori.
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 24 febbraio 2015