"Quanto emerso dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea non fa altro che confermare quanto più volte denunciato dalla Fiom-Cgil.
La sentenza della Corte di Giustizia Europea conferma che il gestore dell'ex Ilva deve 'fornire, nella sua domanda di autorizzazione iniziale, informazioni relative al tipo, all'entità e al potenziale effetto negativo delle emissioni' e che 'in caso di violazione deve adottare immediatamente le misure necessarie' a garantire ambiente e salute.
Per mettere in sicurezza cittadini, ambiente e lavoratori è necessario che tutti tornino al lavoro per intervenire sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie.
Al contempo il Governo e la gestione commissariale investano le risorse per introdurre le migliori tecnologie disponibili per il processo produttivo e di decarbonizzazione.
È ora di farla finita con speculazioni economiche e politiche. La vita, il lavoro e l'ambiente hanno bisogno di risorse e non di parole: il piano industriale e occupazionale di ripartenza deve tener conto della Valutazione d’impatto Sanitario Preventivo collegata alla nuova procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale.
È il momento che Taranto, i suoi cittadini e i lavoratori abbiano risposte".
Lo dichiarano in una nota congiunta Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil e Francesco Brigati, segretario generale Fiom-Cgil di Taranto
Ufficio stampa Fiom-Cgil
Roma, 25 giugno 2024