Dopo gli scioperi del 17 e 24 novembre scorsi nelle regioni del Centro e del Nord, del 20 in Sicilia e del 27 in Sardegna, è il turno delle regioni del sud Italia dove ancora una volta gli scioperi dei metalmeccanici stanno registrando altissime adesioni.
In Campania, Puglia, Basilicata e Calabria molte fabbriche oggi si sono svuotate, con presidi davanti ai cancelli degli stabilimenti già dalle prime ore del mattino e manifestazioni nelle principali città (Napoli, Potenza, Bari, Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria).
L’importante risultato registrato anche in questa quinta giornata di sciopero generale proclamato da Cgil e Uil, evidenzia la determinazione dei metalmeccanici nel sostenere la mobilitazione confederale promossa per cambiare le inique e sbagliate misure contenute nella Legge di Bilancio. Misure che impattano in modo particolare su chi vive nel Mezzogiorno, dove sanità e scuola sono da sempre più in difficoltà rispetto al resto del Paese, così come lo è il settore industriale e dove quindi servirebbero maggiori investimenti e non tagli, per rilanciare sviluppo industriale e occupazione.
I metalmeccanici italiani si confermano protagonisti di una protesta generale per chiedere di essere ascoltati e per chiedere, soprattutto in una fase di rallentamento economico come questa che stiamo attraversando, dignità per chi per vivere deve lavorare, aumentando i salari, superando la precarietà, riducendo l'età pensionabile, rafforzando la sanità e la scuola pubblica e rilanciando gli investimenti e la politica industriale del Paese.
Di seguito una prima lista delle principali aziende censite in cui è stata rilevata l'adesione allo sciopero per gli addetti al primo turno e giornalieri. A Potenza, alla Smart P@per, l’adesione allo sciopero è stata dell’80% e del 98% alla Pittini; in Calabria alla Next Elettronica di Cosenza si è registrata un’adesione del 68% e dell’80% alla Pignone di Vibo; in Campania allo stabilimento Stellantis di Pomigliano registriamo l’80% di adesione, il 95% alla Tfa (Ex Firema) di Caserta e il 60% alla Industria Italiana Autobus di Avellino; in Puglia è stata buona l’adesione anche alla Acciaierie d’Italia (ex Ilva) di Taranto nonostante i 2.500 lavoratori in cassa integrazione e i 3.500 impiegati nella salvaguardia degli impianti, alla Bosch di Bari registriamo un’adesione del 70% e del 65% alla Leonardo di Grottaglie.
Ufficio stampa Fiom-Cgil nazionale
Roma, 1° dicembre 2023