La Fiom aggiunge la propria voce per rompere il silenzio con cui la comunità internazionale pare assistere impotente alla drammatica situazione degli oltre 7000 prigionieri politici Curdi in sciopero della fame per reclamare la fine del regime di isolamento e di privazione degli elementari diritti umani in cui è detenuto Abdullah Ocalan.
La violazione dei diritti umani fondamentali e condizioni di detenzione configurabili come tortura per Abdullah Ocalan e tanti prigionieri politici Curdi sono da troppo tempo tollerate senza una adeguata reazione dai governi e parlamenti dei paesi dell'Unione Europea.
Già 8 persone hanno perso la vita nell'attuare questa estrema forma di protesta, e senza una iniziativa urgente della comunità internazionale nei confronti della Turchia tantissime altre sono a grave rischio di morte o comunque di subire danni permanenti.
Di fronte a questo ennesimo episodio di violenza e tortura nei confronti della popolazione Curda e della sua rappresentanza politica da parte dello stato Turco, esprimiamo la piena solidarietà nei confronti delle persone in sciopero della fame e nel denunciare le gravissime responsabilità del Governo Turco sollecitiamo una urgente ed efficace azione della Unione Europea e dei singoli paesi membri perché cessi l'isolamento di Abdullah Ocalan e siano ripristinate condizioni di umanità e rispetto dei diritti fondamentali per tutti i prigionieri politici nelle carceri turche.
Francesca Radavid, egretaria fenerale Fiom-Cgil
Stefano Maruca, ufficio internazionale Fiom-Cgil
Roma, 15 aprile 2019