Che anche un settore economico come la produzione di armi abbia una sede di esposizione “commerciale” dove gli operatori di settore si incontrano e fanno affari è nell'ordine delle cose, il mercato anche quello delle armi impone le sue regole. Meno ordinario e scontato è alimentare a fini commerciali l'ideologia della libera diffusione delle armi e l'incentivo ad armarsi rivendicandolo come diritto individuale. E' questo il caso della fiera delle armi “Hit Show” tenutasi lo scorso fine settimana a Vicenza che si è rivelata essere sempre più una operazione propagandistica e ideologica per promuovere l'uso indiscriminato delle armi in Italia. Non per caso pensiamo l'edizione di quest'anno è stata sede di campagna elettorale per esponenti di primo piano della Lega Nord con la presenza di Matteo Salvini e per esponenti locali di Fratelli d'Italia.
Già l'anno scorso un vasto arco di associazioni pacifiste e della società civile fra cui la Fiom, la Cgil come pure Cisl e Fim avevano denunciato la inopportunità di fare propaganda all'uso delle armi consentendo anche ai bambini di accedere ai padiglioni e maneggiare le armi esposte.
Quest'anno, anche sulla base di un impegno del Consiglio comunale di Vicenza ci si aspettava almeno una maggiore sobrietà che non trasformasse la esposizione di armi, di armi vere che uccidono, in un parco giochi per grandi e piccini.
Sulla vicenda hanno scritto vari giornali e sono stato fatti interessanti servizi e interviste giornalistiche, riportiamo in allegato il testo del comunicato stampa di Opal (Osservatorio permanente sulle armi leggere e politiche di sicurezza e di difesa) che bene illustra i problemi e le riserve che solleva una simile iniziativa, tra l'altro promossa da enti pubblici.
A cura dell'Ufficio Internazionale Fiom
Roma, 14 febbraio 2018