La Ue ha sempre considerato illegali gli insediamenti israeliani nei territori occupati, ma fino ad oggi non aveva fatto seguire a questa posizione atti tangibili di pressione nei confronti di Israele, tanto meno aveva paventato azioni che potessero essere considerate in qualche modo sanzioni o penalizzazioni economiche nei confronti di Israele per la sua politica nei territori palestinesi occupati.
I media italiani non hanno dato molto risalto a una notizia di assoluto rilievo per i possibili effetti sulle relazioni Ue Israele e sulla annunciata ripresa dei negoziati israelo-palestinesi.
Probabilmente anche i governanti israeliani, abituati all'inerzia europea, avevano sottovalutato il rapporto annuale redatto a febbraio dai responsabili delle Missione Ue a Gerusalemme, ein cui si denunciava pesantemente la politica israeliana di occupazione illegale delle terre palestinesi e come una violazione dei diritti umani e il principale ostacolo ad un accordo di Pace.
Riportiamo a questo riguardo il link all'approfondimento pubblicato su Notizieinternazionali.net dove sono presenti la dichiarazione del Coordinamento europeo dei Comitati di solidarietà con la Palestina (l'ECCP di cui fa parte anche la Fiom) e alcuni articoli di stampa a commento della vicenda (Repubblica, Corsera e una nota Ansa med che riprende la reazione negativa del Viceministro degli esteri isrealiano Elkin).
Ufficio internazionale Fiom-Cgil
Roma, 22 luglio 2013